Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931

Tesori nascosti 389 Lasciò che il cavallo finisse di ruminare la sua prebenda, poi ripartì. Seguiva adesso la strada tagliata sulla roccia, fatta co– struire dal proprietario per il passaggio dei c'arri, e che doveva es– sergli costata un occhio : e capiva il perché del fallimento della miniera, e le grandissime difficoltà di sfruttarla per mancanza di mezzi di trasporto. Tuttavia molto c'era anc6ra da tentare; e maggiormente si confortò nel vedere che il villaggio era subito lì, alla svolta della strada, e che d'improvviso la natura del monte cambiava aspetto: il versante si allargava, con declivi terrosi co– perti di verde, scendendo verso una valle in fondo alla quale un :fiume correva dritto ed eguale come una strada lastricata d'ar– gento. Il paesetto, gli nomini antichi rifugiatisi lassù forse al tempo delle incursioni barbaresche, lo avevano costruito in una conca, al riparo dei venti: era tutto di casette basse, di pietra nera, ad– dossate le une alle altre, con porticine e finestre simili a feritoie: pareva un paese in gestazione, anc6ra informe e aggomitolato nel grembo rude della montagna: la chiesetta, davanti, bianca, anzi imbiancata di fresco, col suo campanile magro_ ma ardito, tentava di nasconderlo, di difenderlo; e, a, sua volta, per ammansare il viaggiatore arcigno che si azzardava ad arrivare lassù, lo acco– glieva con un bel praticello di lupinella, steso come un tappeto sotto la scalinata della porta chiusa, e con la sorpresa di un grande albero ogni cui foglia si cullava per conto suo fra la gioia del sole e dell'azzurro. - Bello, - disse l'ingegnere a voce alta; e mentre il cavallo abbassava la testa con la voglia di dissetarsi a quell'erba più fresca dell'acqua, egli osservava che dalle ultime cime dell'albero pen– devano numerosi orecchini di corallo: erano ciliegie. Facile gli fu poi di trovare la casa delle signore Gilsi : era p,roprio dietro la chiesa, separata dall'abside di questa solo da una stradetta lastricata che pareva un cortile. Bassa, nera, come tutte le altre, aveva tuttavia qualche cosa che dalle altre la distingueva: il portoncino a due battenti, con le borchie di ottone, le finestre nel cui vano tremolavano le tendine di mussolo ricamate .a mano. In fondo, a destra, da una porticina aperta, usciva un caldo odore di pane al forno : e fu da questa porticina, che al picchiare del fo– restiere alla porta grande, sbucò una donna grassa, mora, con le mani .bianche di farina. - Abita qui la signora Gilsi? - Sono io, - ella rispose, abbassando la grossa testa avvolta in un fazzoletto nero : pareva si vérgognasse di possedere quel nome gentile; ma subito capì lo scopo della visita dello straniero e i suoi occhi diffidenti si animarono. Biblioteca Gino Bianco

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