Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931
386 G. Deledda qualche immagine bella, in fondo alla sua fantasia, come qualche moneta dimenticata, in un cassetto svaligiato dai ladri. Più si saliva e la montagna diventava brulla, più l'aria si affi– nava e il cielo e le lonta,nanoo si facevano trasparenti: e il mare, come in certi viaggi fatti in sogno, appariva or vicino or lontano: a una svolta del sentiero il viaggiatore lo vide sotto di sé, ai piedi della roccia, a picco, come dall'alto di un'immensa torre. Poi tutto fu pietra, pulita dalla recente pioggia: pietra schistosa, le cui mille e mille scintille fra il nero e l'argento attiravano come pic– cole pupille lo sguardo dell'ingegnere. . Adesso egli pensava con lucidità all'affare da concludersi, e si guardava attorno non più con sentimento, ma con calcolo. Sì, la qualità della pietra rivelava il minerale bnono; l'argento era da per tutto, sebbene non ne trapelasse che un lontano, inafferrabile sfolgorio. E forse la gente, lassù, nella miniera abbandonata, era anc6ra grezza, anc6ra da sfrnttarsi con vantaggio: l'affare, dun- que, si presentava· bene. · Ma sollevando di nuovo gli occhi, per misurare il sentiero che gli rimaneva da fare, egli si sentì ancora attirato dall'incantesimo di quel cielo, adesso limpidissimo, quasi verde per il contrasto con le cime scure, acute, che parevano tagliate con la sciabola : fra un picco e l'altro gli sembr:rrn di intravedere un lago, e di sentire anche un profumo di erbe aromatiche, sebbene ogni vegetazione fosse cessata intorno. Anche del sentiero ormai non si vedeva più traccia : solo una scia di roccia senza sassi, sulla quale i ferri del cavallo, quando una sua zampa minacciava di scivolare, traevano scintille come dalla pietra focaia: e l'ombra stessa del cavallo, con quella del cavaliere, poiché il sole batteva loro alle spalle, pa– reva, procedendo su per la china, ingegnarsi a tr·ovare la strada. Ed ecco, d'improvviso, alla nuova, svolta, apparve il luogo cer- . cato. _Una specie di piattaforma naturale si affacciava su una ca– scata di roccie che strapiombavano le une sulle altre fino al mare: e l'u9mo, anzi, ebbe l'impresia;ione che nel caos dei millenni, il mare arrivasse fin lassù, pietri:fìcatosi poi per un misterioso fe– nomeno della natura. Le pietre, infatti, sembravano onde · èon meandri rugosi e con un riflesso come d'acqua marina: a fi~sarle a lungo, illuminate dal sole del mezzogiorno, davano un senso am– biguo di vertigine. E così, fra cielo e abisso, sul dorso del monte apparvero le bocche degli scavi e la, casa bianca che pareva un ri– fugio alpino: rifugio e chiesetta; poiché sull'alto della facciata in cima al cappuccio scuro del tetto, una, piccola croce apriva le 'sue braccia d'idolo senza testa. L'uomo però non si commosse : anzi il diavolo, così egli chiamava il senso di derisione e. di malio-nità che spesso gli rivoltava come una frittata andata a male i bu~ni senti– menti del cuore generoso, gli fece pensare che ben primitivo e su- BibliotecaGino Bianco
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