Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931

R. RADICE, L'educazione sentimentale 507 ticolare.realistico ripugnante,; avviene nel raeconto delle due sorelle con quel finale scherzoso e lezioso a un tempo, simile a una, piroetta; in altri raçconti, La diva, Estella, Ave Mario,, con veri e proprii mots de la fin che rivelano un intervento a freddo del narratore. Dove ciò non accade, e l'unità tonale è piena, è appunto nel Fidarv.zato, in Madame Aubrey, in Sowverwr, che sono senza dubbio le tre cose più belle dPl ' libro. Libro piano, di colori parchi, d'una quieta docilità di stile, rac– contato con una voce tranquilla, in un discorso fluente, o.mbreggiato, non di rado armonioso. GIOVANNI TI'ITAROSA. EMILIOSCAGLIONE, Il passo del diavolo. Romanzo. _:_ Scaglione, Napoli, 1930. L. 15. Dolce, nell'accogliente curva delle braccia che si protendono con l'incanto di Posillipo e di Sorrento, si offre il golfo di Napoli: luci , e colori vivi e festosi, in og·ni insenatura, danno un senso sottile di oblio e di ebrezza. Appena oltrepassata la costa su cui si affaccia Sor– rento, un paesaggio affatto diverso si presenta allo sguardo: non dol- cezza di curve e gaiezza di tinte, ma grigiore pauroso di rocce che si sovrappongono scompostamente, né hanno la solenne •solidità delle mon- tagne erette orgogliosamente verso il cielo azzurro, ma appariscono come furiosi cavalloni di un mare in tempesta, improvvisamente pietrificati, pronti a scoscendere da un momento all'altro. Su, in alto, il cielo è sereno e limpido; pure quei rialzi di roccia mettono un brivido di an– goscia, danno la sensazione che stiano per franare e precipitarvi addosso. Invano le piccole case dei borghi annidati nelle anfrattuosità delle livide rupi st;:wcano colle note gaie delle facciate e dei tetti : l'incubo vi in- calza e vi opprime. Su tale sfondo cupo, affannoso, tragico, Emilio Scaglione ha voluto gettare la vicenda del suo ultimo romanzo, Il passo del diavolo. Il titolo preannunzia, il tono della narrazione. Scaglione allenò i muscoli al racconto ne La prigione di raso : novelle tenui, soffuse or di sentimentalismo, or di erotismo, or di .scet– ticismo, nelle quali si muovevano giovani maschi e giovani femmine, le cui passioni restavano sempre giuoco e perditempo fuor di ogni conse– guenza e di ogni complicazione. Nel fremito di certe pagine s'intravedeva che lo scrittore, in quel mondo leggiero e superficiale, ove le punture non laceravano che l'epidermide, si sentiva a disagio; che presto, per_ bisogno incoercibile del suo temperamento, sarebbe evaso da quell'am– biente fittizio, da quella, prigione di raso. Infatti Scaglione se ne trasse fuori GOnla sua prima vera prova di creazione artistica, Maria Letizia. In questo romanzo, pubblicato due anni or sono, solido, vasto, profondo, le apparenze della vita mon– dana sono ancora, motivo e sfondo alla narrazione, ma si vede chiaro che in esse lo scrittore non si appaga né si diletta, come era avvenuto nelle precedenti novelle e scenette, e che la sua arte, solo per un errore di prospettiva, si era lasciata segnare sotto l'etichetta del sentiment~ lismo e della frivolezza. In Maria Letizia Scaglione ha dimostrato di aver camminato, e di passo sveltissimo. La sua anima si è concentrata ·oteca GrnoBianco

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