Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931
G. CoMisso, Questa è Parigi 501 le piazze, le « nature>> che fan per lui; ha saputo scoprirvi gli aspe,tti le figure e le figurine che gli sono consentanee; insomma ha saputo aggirar– cisi così bene, e con tanto naturale piacere, quasi girellone in casquette e le mani in tasca, che nemmeno sulle rive del Sile, nemmeno per le callette di Chioggia, nemmeno per le cittaduzze della Riviera, Comisso ci sembrò mai più Comisso di così. Quali poi siano le preferenze di Comisso, in questo libro parigino e nelle altre sue prose di viaggio, non è difficile intendere. Scrittore visivo,, sensuale, impressionista nel senso quasi epidermico della parola, con una specie di amorale imparziaUtà la sua scelta oscilla tra le cose più schiette e sane della natura; un cielo, un fiore, un suono, un'ora del giorno, un profumo, una foglia; e certi aspetti decaduti o viziosi o canaglieschi della, vita; quei suoi ritrovi notturni, e porti e vicoli e caffè e giovinastri e male donne. Si vede lo scrittore passare da un aspetto all'aJ.tro senza variar di tono, con la stessa innocenza; semmai si può dire che il suo stile lì ·è più netto dove il soggetto è più impuro. La pulizia di Comisso scrittore assomiglia un po' a quella del gatto che non sembra mai cosi lindo come quando attraversa il sudicio. Certo Parigi non gli ha lesinato argomenti e pretesti al suo gioco; e i-capitoli più belli del libro sono quelli dove quel bianco e quel nero più rapidamente si alternano, o dove Comisso riesce a cogliere fiori di quasi anirna.lesca innocenza in ambienti equivoci o tra genti di basso fondo. I capitoli che descrivono le « halles » di notte e i bar all'alba, le bische di basso rango, i « bistrots », i ritrovi coloniali e alludono non si sa a che retroscene o vicende oscure, sono degni di comparire tra i primi in un'antologia di Comisso. Ma sulla sensualità, l'animalità e l'innocente spregiudicatezza cli que– sto scrittore la critica ha, già eletto tutto. Più difficile è rendersi conto cli altri elementi che pure in Comisso ci sono anche se appaiono meno. Leggendo pagine e pagine sue che sembrano soltanto impressionistiche, e ricettive, vien fatto a volta di chiedersi : ma quest'uomo è intelligente ? Oltre i cinque sensi, ha interessi, curiosità, reazioni, si domanda mai un perché ? Per rispondere e risponder di si, basta osservare con quale intima esigenza, con quale ritmo costante le sue note e impressioni dal– l'esterno sono seelte e disposte, e condotte a,l loro effetto. L'opinione di Comisso, la simpatia o antipatia sua, si esprimeranno maga,ri soltanto per un giuoco di impressioni e cli colori, ma non sono meno v.ere per questo. Il suo modo di pensare è quello. Quando lo lascia per assumerne uno più intellettuahnente scoperto (per esempio la satira del « salotto borghese » o del « salotto del Faubourg S. Germain ») e pretende all'ironia, è meno felice. Lo stesso, o press'a poco, si dica per la cultura di Comisso. Le poche volte che un nome o un ricordo di letteratura o di storia o d'arte ricorrono nella sua pagina, vi appaiono senza eco e senza radice, quasi soltanto note di colore. Certe donne incappucciate aJl'alba, vicino ai mercati; « arcigne nell'occhio, con ciocche di capelli scendenti lungo le tempie, ricordano .marescialli di Napoleone»; ed eccolo in una giornata di corse a Longchamp : << Possiamo vedere la pista. Ah, quale verde me– raviglioso la tappezza, e d'un colpo come se il quadro di Gericault fosse stato portato li dal Louvre, eccolo vivo, elettrizzante, comporsi davanti ibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy