Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931
A. BANF:, Vita di Galileo Galilei 493 come la tendenza a con siderare il moto circolare più normale e proprio degli astri. Né sarebbe sta.to inutile illustrare più di proposito i suoi rapporti, personali e scientifici, con Keplero. Il Banfi non manca di rilevare, come il Galilei « non faccia menzione alcuna delle leggi keple- 1<iane, che pur gli erano note n. Ma egli fa il rilievo a proposito del Di,alogo sopra i due massimi sistemi, e spiega l'omissione in rapporto alla natura e ai procedimenti di questo; mentre il punto era tale da esser trattato per se medes imo. Not evole, come il Galilei, ancora nei suoi ultimi anni, tenesse a rileva.re una diversità profonda tra il suo « filosofa:i;-e >> e quello di Keplero (l ettera del 19 novembre 1634 al Mi– canzio). Anche al sistema· di Tycho Brahe, - mediano, come è noto, fra il tolemaico e il copernicano : la luna e il sole giravano intorno la terra, gli altri pianeti intorno al sole, - andava dedicata qualche parola cli più, in relazione alla lotta galileiana pro Copernico. Non già, s'intende, perché ad esso appartenesse un valore scientifico permanente; ma perché, come lo s.tesso Banfi osserva, ad esso si rivolse di preferenza l'astronomia ufficiale, dopo le ,scoperte celesti antitolemaiche del Galilei. Esso fu dunque un ostacolo notevole sulla via difficile presa a battere dal Ga– lilei, con tanto entusiasmo, pe,r la verità scientifica e la libertà della scienza. Anc6ra più opportuno sarebbe stato un rilievo preciso circa l'addebito fatto al Galilei di aver mescolato la teologia alle sue di– scussioni in favore della teoria copernicana. È veramente la favola del lupo e dell'agnello; ma di essa ·favola ha, dato una nuova edizione il Pastor, nel volume della sua Storia dei Papi dedicata a. Paolo V. V'erano da citare le parole del Galilei medesimo, in risposta a chi lo conside– rava « come se io fussi il primo motore di queste cose; le quali per me sariano dormite sempre, parlo dell'entrare nelle Scritture Sacre.... e mentre io seguo la dottrina di un libro ammesso da .Santa Chiesa, e mi escono per tra.verso filosofi nudissimi di simili dottrine e mi dicono che in esse son proposizioni contro alla fede, e ìo voglio, per quanto posso, mostrar èhe forse loro s'ingannano, mi vien serrata la booca e ordinato ch'io non entri in Scritture>> ·(lettera del maggio 1615 al Dini). \''è stato chi ha ricordato a questo proposito il detto manzoniano su Renzo in casa di D. Abbondio, che pareva l'oppressore ed era invece lui a subire un sopruso. Anche Galilei e il suo processo sono del se– colo XVII .... Nonostante la buona esposizione dei Discorsi, la meccanica di Ga– lileo ha nella esposizione del Banfi una parte secondaria rispetto al– l"astronomia. Ma cli ciò non gli si può muovere rimprovero. Quale che sia, in scienza pura, il rapporto fra le due produzioni scientifiche gali– leiane, nella storia della cultura, e tanto più in una vita del Galilei, l'episodio copernicano non può non avere una, pa,rte preponderante. In un libro, poi, scritto per italiani tale preponderanza è ancor più ragio– nevole, considerata l'importanza dell'episodio nella storia _della cultura e dello spirito italiani. Il Banfi lo ha raocontato con ampiezza, con ef– ficacia, e, s'intende, con uno spirito di commossa simpatia per Galileo. Ma non è caduto mai nell'enfasi o nell'invettiva: i protagonisti sono presentati con uguale dignità di linguaggio, con tranquilla compren- BibliotecaGino Bianco
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