Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931

484 U. Ojetti - Settimanali italiane dànno, a chi le amministra, solo il dieci per cento; che perciò sperare è vano e aspettare è da ingenui, ed egH ormai se ne vive a Pa- rigi, anzi sta per imbarcarsi diretto a Nuo,va Yo_rk. . So poco o niente di teatro, e tanto meno di quello che aocade dietro le quinte o, peggio, nena. stanzetta dell'amministratore o, più lontano 1 negli studi degl'importatori. So solo che Luigi Pirandello, è uno dei pochi scrittori oggi originali, e uno dei rari italiani universalmente noti oltre c 9nfine. Tort o o ragione, ha diritto che gli si risponda. Non pensiamo a disturba.re il Ministro dell'Educazione o il Ministro delle Corporazioni da l quale dipende anche la Corporazione del teatro. Può parlare Roberto Forges Davanzati che è a capo della So_cietà d~gli Autori e le dà tempo, coscienza, e ingegno, senza risparmio com'è il suo solito. Può parlare il Segreta,rio de,gli Autori e Scrittori, Marinetti, il quale a parlare non è restio. Pirandello ha torto ? Le commedie di Pirandello non chiamano pub– blico ? Pirandello pretende condizioni di messinscena, di recitazione, di percentuali, ade,sso intollerabili? Fuori un bel comunicato,, una concisa intervista, un articolo due e due fa quattro. Ma queste ·specifi,che a,ccuse di Pirandello che si ripetono regolarmente ogni tanti mesi, al cader delle foglie o allo sbocciare dei fiori,· vanno o ribattute o sustenute. Il silenzio è un attributo della divinità. Può talvolta esserlo, per imita– zione, dell'autorità; ma, non bisogna esagerare perché il pubblico finisce a credere alla mancanza di voce, o d'argomenti. Ora è impossibile che, da Giuseppe Bottai a Roberto Forges, non ci si abbia tutti a dolere di vedere « da un anno escluso dai ca.rtelloni delle compagnie italiane il nome di Pirandello»; taciuto·, nelle lettere di D'Amico, di Rocca, di Bragaglia sul f.estival di Salisburgo, prop:rio il nome di Pirandello e il buon successo, là, deii Sei personaggi; mutati, nei telegrammi dal- 1' America, gli applausi all'Enrico IV di Pirandello- in applausi all'Amleto di Shakespeare. Ripeto le parole di lui. Che la mania di per:secuzione l'abbia colto ? Me ne dorrebbe, ma sarebbe ben,e avvertirne noi innocenti lettori. E se nella •stessa occasione ci si dicesse come è andato a finire il pratico progetto di Silvio d'Amico, pubblicato qui sopra per tentar finalmente di salvare il nostro teatro, sarebbe un'altra fo;tuna. Anche _su questo progetto, silenzio siderale . .S'è forse stabilito che il teatro debba ormai essere frequentato soltanto dalle autorità? UGO 0JIDTTI. BibliotecaGino Bianco

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