Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931
, .. { 330 B. Cicognani. che ora ella doveva sorbirlo giorno per giorno, ora per ora, istante per istante: quella melanconia -spirante da tutto, quell'atroce me– lanconia senza divago. Maurilla era andata a riaccompagnare i ragazzi a casa dèlla sorella· e li l'avevano trattenuta a forza: in quindici giorni aveva ' ' . · 1 't "N avuto appena il tempo di scrivere una letterma a mari o : o~ mi voglion lasciar venir via : e questo è digià un guaio ; ma 11 guaio peggiore è che anche qua i ragazzi non mi lasciano ·respirare un momento e mia sorella. è felice d'addossare a me tutte le cure riguardanti loro. (<Còccolateli, còccolateli, cara, ch'io ne ò abba– stanza quegli altri mesi dell'anno!>>. E ò finito ora di riguardare la loro biancheria, che ci vorrebbe ogni giorno una muta nuova. È mezzanotte passata e casco dal sonno : se non sto attenta, batto col naso sul foglio. Ma ò voluto mandarti un salutino p~rché tu non creda che abbia dimenticato il mio vecchio. Quanti giorni è che son qui? Mi pare ieri: ma se pensò a te, allora, mill'anni. Io faccio di tutto per tornar presto: se tu sapessi come mi rimprovero d'abi– tuarti a far senza, per tanto tempo, della tua mogliettina! Ma tu non mi far torti : sii buono : già non troveresti nessuna che ti vor– rebbe il bene, tanto, che ti voglio io. Buona notte". E così, senza neppure Maurilla, la solitudine di Beatrice, da _ quando la mattina Romualdo se n'andava via fino al suo ritorno, la~ sera al buio, era spaventosa. Romuaiao ora faceva tutta una tirata, senza l'intervallo di mezzogiorno, allo stabilimento. E lei; sola, con tutti d'intorno ostili - e il perché dell'ostilità a lei sfuggiva né 1 ella s'interessava poi di saperlo - dover consumar la giornata. Mettersi a diriger la casa quando c'era la" tata" che provvedeva in un modo così perfetto che tutto pareva andasse di moto proprio : ella non avrebbe portato che confusione, urtati tutti i dipendenti. Il ricamare era stata una delle occupazioni nelle quali,aveva sem– pre trovato un conforto, quella portandola a dimenticare e a dimen- · ticarsi ·: ora anche il ricamare non, faceva che accrescere quel suo ri - piegarsi sopra se stessa. Un'altra avrebbe avuto una fonte continua di gioia, di trepida gioia: il corredino .... preparare il corredino. Le veniva alla mente il cassone nella camera di Maurilla, rivedeva Mau– rilla spiegare il pannolino: .come sarebbe stata felice iMaurilla ! E inve~e lei, lei aveva bisognò di divagare sopra tutto il pensiero, il sentimento, la coscienza della propria maternità : non· pensare ch'ella portava in sé un'altra creatura. Questa, che per tutte le donne è la felicità più grande concessa alla donna, per lei era una cosa da cui bisognava che ·distraesse fin anco il pensiero. E cpe ci poteva far lei ? Come non poteva far Biblioteca Gino Bianco
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