Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931

Villa Beatrice 317 in camera : e sua madre le era andata dietro. In tutta la mattina e per tutta la durata del pranzo alla signora Isabella non era stato possibile scambiare con Beatrice una parola: non c'era stato verso. Romualdo, l'amico Bertani, il signor Ermanno erano scesi in giardino: e sedevano nelle poltrone di giunco placidamente fu– mando. E nella beatitudine dell'ozio autunnale - la vendemmia ora - era nei poderi lontani della piana -, al riposo nella profondità del turchino, nella profondità del silenzio, nella profondità dei co– lori, a.quel riposo di violenza ferma in cui indugia la suprema ma– turazione - domani incomincerà il dissolvimento -, i tre lascia– vano -che anche il loro organismo s'imbevesse di codesto benessere, scambiandosi appena, fra una boccata e l'altra di fumo, qualche parola di soddisfazione. Quand'ecco la Raffaella, irriconoscibile, con le ciocche grigie dei capelli tutte scomposte, sbracciando e affannando, congestionata in faccia: - ·Signor padrone! Signor padrone! I tre si alzarono; Romualdo corse: - Ohe c'è ? Ohe è successo ? Ma quella non, poteva più parlare: faceva cenno che la lascias– sero riprendere fiato. Romualdo : - La signora? ... La Raffaella, a accennare col capo rli no: « Oh.! Dio! oh Dio!>>; smaniava, e non era buona- a dir altro. Alla fine, con l'affanno che le s'ingrossava a ogni mozzicone di frase: - Pierino .... Oh! signor padrone .... Venga anche lei.. .. Signor padrone ! - Uno scoppio di singhiozzi che per poco non resta sof– focata. Romualdo stacca fa corsa; la Raffaella, non ostante la palpi– tazione, si sforza a tenergli dietro ; invano il Bertani e il signor Ermanno la consigliano per il suo bene a non affannarsi a quel modo. Romualdo sale di corsa in casa: trova l'Ersilia che con muti gesti desolati gli fa strada - c'è dell'altra gente nell'an– dito - ; entra in camera di Pierino. La camera con la finestra spalancata. E Romualdo intravede sul letto Pierino, vestito, col capo alto sui guanciali; Guglielmo da una, parte e la Teresina dall'altra gli movono in un certo modo rego– lare le braccia. Romualdo crede di sognare. Fermo a piè del letto, senza dir nulla per non distogliere i due dall'opera loro - si vede che Gu– glielmo è pratico e dirige a, cenni la Teresìna -, guarda Pierino. Pierino è senza conoscenza, con gli occhi smarriti : à la bocca contratta le labbra un po' bianche, ma il colorito pressoché nor- • ma.le ; la' percossa di dianzi all'occhio quasi non s'avverte più; ma, intorno al collo, sotto il mento, una striscia rossa escoriata Biblioteca 0ino Bianco

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