Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931

312 B. Cicognani ladri la faccia della svenuta, poi le pose sotto le narici a· aspirare la boccetta dei sali stropicciandole, nello stesso tempo, con le dita bagnate d'aceto, la fronte. 'Quella penava a ripigliare i sensi. - Scendi giù, prendi un bicchiere, versaci un dito d'acqua fresca: vola! · Pierino sparì, ma dalle scale venne il rumore di chi nello scen– <fore a precipizio sbaglia uno scalino e cerca di riprendersi e non gli riesce. << E ora?>>. Ma la Teresina sentì quello rimettersi in piedi e dopo un poco èccolo col bicchiere in ma,no. À un ciglio s.pai– cato e il sangue gli gocciola sopra la mano con cui tiene il bicchiere : · anche sul vetro del bicchiere, all'esterno, è colata una gocciola: ma lui non s'è ~corto, evidentemente, di nulla.: si vede benis– simo che non s'accorge di nulla. -'- Ài ruzzolato la scala : ti sta il dovere .... Ma almeno fa' atten - zione: goccioli il sangue dentro. - E la Teresina, senza curarsi af– fatto di Jui, gli toglie il bicchiere e assicuratasi che il segno della gocciola è di fuori, mesce un gocciolo d'acqua antisterica e fa che a piccoli sorsi ·Beatrice inghiottisca. Pierino stava ritto in disparte come un automa: incurante del suo ciglio spaccato, del sangue che gli usciva ancora dalla ferita. Sentiva, sì, qualche cosa di caldo scendere sull'occhio, la palpebra difendersi battendo: si era offuscata, per un momento, da quel– l'occhio la vista: poi come una lacrima scura, densa. Ma egli si trovava nello stato in cui uno è una cosa inanimata, una cosa bruta. · Beatrice tornava in sé, riprendeva i sensi: guardava intorno come chi si sveglia da un sonno troppo profondo. - Che m'è successo ? A un tratto, volgendo gli occhi dalla parte dov'era Pierino: -' Oh Dio !... ma non è Pierino ? · Pierino filava sangue dal ciglio,' e il s!l,ng~e gli rigava tutta 1a gota. - È cascato nell'andar giù a prender l'acqua. Va' a lavarti: ài una gota tutta, impiastricciata di sangue. - Povero Pierino ! , Il tono aveva un'affettuosità che stupì la Teresina. E per un attimo un'ombra maligna le traversò la mente. Ma no: ella cono– sceva troppo bene la sua signora: quella s'era senti.ta male, e Pierino .... E un che, dentro, le si rivoltava, come se fosse stata lei, in qualche modo, profondamente offesa.. ~ Va' a lavarti ! Ohe cosa stai a fare costì ? Pierino si scosse: il torpore che lo fasciava cadde tutt'a un tratto. Dio! Ohe vergogna! .Come avrebbe potuto più, mai, sop– portare tanta vergogna? BibliotecaGino Bianco

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