Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931
308 M. Labroca interrato: fra tante opere prive di carattere qualche eccezione è possibile di incontrarla, l'eterna eccezione alla regola della medio– crità: l'eccezione che nasce non tanto dall'affermarsi di scuole, di tendenze, di sistemi, qu,anto dal dominio della poesia vera che il carro dei sistemi e delle tendenze se lo trascinerà lei appresso, ché , non si è mai visto la vera poesia fare da cortigiana alle scuole ed 1 alle maniere. E allora? Allora se il melodramma è confortato an– c6ra oggi da opere che per il loro carattere hanno una ragione di essere, segno è che la sua ultima ora non è suonata : ed a noi altro non resta da fare che attendere con pazienza, il tramonto del si-. sterna oggi dominante e l'affermarsi di quelle opere che hanno una loro vita ed una loro ragione di essere. · La, poesia non è mai stata soffocata dal mercato: in nessun campo però come nel melodramma bisogna, essere armati della più serena pazienza e della più grande costanza : a voler seguire il gusto del pubblico ed a voler raggiungere ad ogni costo la rappre– sentazione si corre il rischio di cedere a patteggiamenti ed a com– promessi che infirma,no alla base il carattere e la forza dell'opera. Aspettare perciò che la noia sia giunta i;tl massimo e che il pub– blico delle novità di ordinaria amminiRtrazione non voglia più sen– tirne parlare. Aspettare, ché il terreno è stato seminato come si deve ed i frutti non potranno tardare. Semina un po' caotica forse che va dalla musica da Jazz del Jonny spielt a1if di Krenek ai movimenti con-· trappuntistici del Neues vom ta.ge di Hinde.;mith, dalla ,grandiosità corale della Debora di Pizzet ti, al la, potente e nuda drammaticità delle opere di J\falipiero, dal concitato JJJrwartung di Schònberg alle luci violente del Wozzck di Berg . Tanti no mi altrettanti carat– teri, ma, ed è questo che conta, tutti aventi.un punto comune nel– l'espressione antiretorica, tutti tend enti a ris olvere musicalmente i conflitti drammatici. E questo punto fondamentale è stato affron– tato in due modi, o condensando l'opera nei suoi momenti essen– ziali sgombrandola da tutto il contorno delle parole e delle scene superflue com~ ha fatto M:alipiero riportandosi ad una moderna ricreazione delle forme chiuse, o concentrando •nella stessa musica i contra,sti drammatici come hanno fatto Pizzetti nelle sue pagine corali ed Hinçlemith nella sua musica densa profonda e nello stesso tempo agile e sanamente ritmica. Le luci violente del W ozzek ed il lingnaggio dell' JJJrwartwng costituiscono eccezioni che sembrano chiudere un periodo anziché aprirne uno nuovo, mentre il Jazz del– l'opera di Krenek non sempre riesce ad ingranarsi nella vicenda. Il fatto importante da constatare è che esistono ope:re cosi fatte. Non tutte perfette, non tutte omogenee, non tutte ugualmente effi– ca.ci , ma tutte chiaramente diverse da quelle a cui con eccessiva, BibliotecaGino Bianco
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