Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931

Mai più 297 I non -voleva confessarselo soltainto per 1non soffri:rine più tardi, come· chi mette le mami avrunti per non cadere. Incontrò Guido : ,, - Vai alla, visita? Augurii. - Di che cosa, augurii ? - Meglio oosì che peggio. - No. Mi dirà che sono guarito, ma che ho bisogno di cura per altri due mesi. Con questo metodo sono quattordici, ormai. :__ Lo sa anche lui, che n,on ,gli si crede più. - Anzi.. fo mi affretto a ·dirgli di sì, per evitare che me lo spieghi. Ecèolo, col torace nudo, all'as-oolitazione: un torace dove i mu– scoli s'eramo afflosciti in grasso : ca-.mi hialllche come cami di donna, di cui Attilio rideva primo per non dover.sene vergo~nare. Lo irri– t·ava, la visita: quell'essere lì nudo davanti all'altro vestito, e la commedia dei colpi di tosse e dei lunghi respiri' come se d~ queste cos-e dovesse ,dipendere un effetto straordiiria.rio, e più umilirunte di tutto l'attesa che egli ,nrni.riusciva a vincere in sé del responso che sarebbe venuto. Seguiva, sospeso i movimenti del medico, avid!o inter– rogandlo ogni corrugar di ciglio, piegar della testa., gesto delle mani attelllte; e· poteva solo impedirsi di chiedere, ma non di attendere, il giudizio definitivo. Il medico direttore aveva un viso antipaitico e duro, fatto più aIDtipa;t~codal sorriso falso con cui sùbito copriva lo ,sguardo se si · aiccorgeva di essere guardato ; e una falsa doloezza nel trattare i malati con i quali sempre si sorvegliava per essere pronto alla mi– naocia o aUa lusinga, come si fa ,oon i bambini, secondo ciò che .ri– teneva più adatto al singolo caso : questo soprattutto irritava in lui, che tutto quanto avrebbe detto o taciuto non sarebbe staito da uomo a uomo ma calcolando, fi,n dal primo saluto con cui veniva ad incontrar sulla porta, l'effetto delle p•arole. - E allora, dottore ? - Allora sono tanto contento di lei .... - Olie mi tiene altri due mesi, è. così ? - No. Ohe stavolta la mamdo via. Attilio sapeva che era uno scherzo, ignobile e stupido come tutto di _quell'uomo; ah, così ignobile e stupido perché diceva ad alita .voce proprio le parole della sua aspettazione delus-a. - Come, mi ma,nda via ? - Guarito, caro signore. Non è contento? Guarito. Attilio si sentì arrossire fin nel bia,nco degli occhi. « Guarito, guarito», gli ripeteva dentro una voce non sua; e noo che egli ·affèrrasse per via logica il valore della parola, ma tutto il suo essere se n'era impa,drooito sùbito con una gioia selvaggia che gli sfondava il cuore. · BibliotecaGino Bianco

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