Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931

296 E. De Miohelis di fr001te alla morte di cui era dubbio soltanto il tempo più o meno vicino : ma la morte è sempre vicina per ,chi la aspetta. Volti di donna, aria eccitata di sale di ballo nell'ora, di maggiore festa, in disparte sorrisiJ colloquii preludio a colloqui~ più _i1;1timi: le imagini del tempo passato tornavamo alla mente d1 Attillo; ma se talvolta, nella dolorosa lucidità dell'insonillia 1sentiva fallire al ri– cordo la tram.qnillità della sua accettazi,one, più spesso erano ima– gini scolorite e stanche, né soprattutto riusciva egli a ravvivarle col sentimento di allora. ' « Io, mi òivertivo così ? )). 1 Tutto gli !Sembrava lontano, oome quaIDdo si rioordamo i nostri giochi di fanciulli e non gli anni passati e.e li fa.nino lontam.i ma la .coscienza che ormai non sapremmo ripeterli. Tutto era iillutile, quello che egli aveva .fatto finora e la gioia leggera che ne aveva avuto; nessuna èosa, aveva lasciato.. tr,accia se non di vuoto il1el– l'aninia sua. Altri pensieri, di cui finora aveva, del tutto ignorato la possibilità di esistere, ne avevaiD.opreso il posto ; pensieri c~e noin hanno parole e perciò tormentamo con maggiore iillsistenza; anzi l'unico pensiero della morte, a co!Ilfronto del quale tutto è inutile e stupido ciò che si può fare vivendo. Ricomi!Ilciare '? Le avventure facili, gli amoreggiamenti di so~ietà, le feste, le gite: og,nuna di queste cose presuppo!Ile in chi le i!Il· tra,prende l'amor della vita, che è l'ora che pa,ssa ma anche la certezza del tempo che si ripeterà eguale; a nessuna si può ritor: nare dopo aver conoséiuto il illiente a cui condurraamo. Oome quando si _è bevuto u,n pru,rwh molto forte, che dopo non si gusta più nessun altro sapo:re. · « Mai più)), si ripeteva Attilio. La notte era già alta ma egli nolll: dormiva aiD.cora. Si crummina lunghi amni chiusi fra rota.ie abitudinarie, senza ricercarne il senso che è ap:puillto nella !Iloncuranza !li ricercarlo; ma fuori di quelle tutto cambia aspetto, tutto ritoma con rimpiaiD.to o rimorso, e nemmeno conisola credere che sarebbe stato possibile evita-re l'uno perché in suo luogo Paltro se ne sarebbe accresciuto. Ricominciare? rifare lo stesso cammino per giungere allo stesso p,u111to? « Mai più .... )).. La luna era alta di fronte alla finestra aperta, il cielo si era fatt-o azzmro. Tutte le coise visibili parlava1110di i111:finiti spaz.ii in cui scompare la nostra persona e anche il nostro dolore, come se . lo guardassimo da un'eguale distanza. ·' Eppure il giorino dopo, aiD.dirundo alla visita mensile del direttore medico, un segreto battito del cuore lo avvertì che invano egli si era proibito di sperare ciò che ia1v3Jllo aveva sperato ogni mese ; e BjbliotecaGino Bianco·

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