Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931
Mai più 295 di spirito. Non abbiamo parlato più. Io ho pianto tanto; è terribile, se tu sapessi, il dolore di amore. Sono passati a momenti due anni; non è passato un giorno, quando ci penso. Allora mi sono ammalato. Hà servito ad aiutare quella mia ras– segmazi001e: che forza avrei potuto ·avere., - sì, runche forza d'amore, - per resistere all'altro? V'è um.a sola sorgente di forza, non credere mica; ho :fimito di rimproverarmi la mia debolezza, capendo che era una forma del male fisico. Quando si capisce che non si sarebbe potuto far niente per evitare un malrunno, noo ci si ribella più. - Silenzio. Attilio si strinse con più affetto all'amico, senza tro– vare parola per confo-rtarlo che non fosse .sciocca come quelle che si . dicono apposta per confortare. La lum.a s'era alzata dietro le mon– tagne coperte di neve e il sileinzio ne era, tutto imbev-qto : una tenue falce di luna, ma il restrunte disco illell'ombra era punteggiato d'oro che, dove illon arriva direttameinte il sole, mette il riflesso del sole rimandato dalla terra. Tutte le cose visibili parlavano di infiniti spazii, in coofronto dei quali noi sia,:çnoun punto minuscolo e anche il nostro d'olore; è U!ll· poco il sentimento di chi pensa alla vita quando vi ha rinunziato. Diversa da quella di Guido sa-peva Attilio la propria, esperienza; e tuttavia non erano estranee poiché li ave– vwno condotti entrambi al medesimo p,unto. Come due pellegrini che vengono di molto lontano, per diverso cammino; e un eguale inte– resse li accomuna al termine della strada. « Certo è così)), pensava più tardi Attilio il quale, quando era solo, faticava a rendersi conto di quell'amicizia per una persona tanto diversa da lui sotto ogni :ispetto. · Sentimentalismi e complicazioni d'amore eramo ignoti al suo carattere ; fino a ieri, um.ieri di quasi un anno e mezzo, prima di am– malar.si, nonché prestarvi attenzione, che è già un poco ammetterli mnche p er sé, egli si sarebbe soltaillto divertito a prendere ID giro chi glieli avesse confidati. Il suo genere di amore non aveva mai patito delusioni, perché non proponeva altro che soddisfazione deì sensi, e dove una ragazza si nega, due chiedono di essere chieste; le sue avventure illon avevano avuto nome, perché per poco numero di notti il nome non c001ta. Gli era parso di avere ID m3Jllo la ricetta per essere felice, poiché non chiedeva di più, di appartenere al numero di quelli che stanno a, dimostrare a chi soffre la giustizia della sua pena perché ha voluto fare di testa sua. Ed ecoo si era ammalato : un colpo di lama ai garretti per cui si stramazza a terra. Anch'egli, come il suo amico, aveva imparato .a piangere, e poi la sofferenza più grave di non piangere nem– meno perché non più ,si teme quando n001si spera più. Ora lo acco– munava al debole Guido quella sorta di rassegnazione, anche se in lui talvolta nolll ra-ssegnata- df'l tutto, <li froote a-lla vita tra-scorsa, ibl1otecaGino Bianco
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