Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931
- 280 G. De Sanctis che venuto in mente d'inserire nel suo testo, come avrebbero forse fatto al suo posto Erodoto o 'l'ucidide, la dedica in latino arcaico, Il che poi, come si sa, h·a finito nel caso particolare coll'indurre i crr tici alle ipotesi più arbitrarie, quella, per esempio del Dessau, che la, iscrizione di Cosso è un'invenzione tendenziosa di Augusto, o quella dello Hirschfeld, che Augusto non ha saputo leggerla e ha confuso il cognome Cosso scritto arcaicamente coll' appellativo «console)); ipotesi che si citano soltanto a titolo di' curiosità, per documentare le aberrazioni della ipercritica. Ma certo Livio, se avesse riportato il piccolo documento, ci avrebbe evitato la fatica di confutarle. · - Dalla esclusiva, romanità della storiograifia romana deriva anche un'altra sua limitazione. Noi tutti sappiamo che non si può fare storia senza ascoltare, quando ci sono conflitti, ·entrambe le parti. Ora, la storiografia romana ci fa udire esclusivamente la voce di Roma. L' « audiatur et altera pars )) le è ignoto. L'altra parte non è ascoltata se non preterintenzionalmente, quando le fonti romane , mancano o sono del tutto insufficienti e Livio è costretto a ricorrere a fonti straniere, come Polibio'. Ma insomma, nel tutt'insieme, il punto di vista nella storia delle guerre è èsclusivamente quello ro– mano. Trasportarsi nel campo cartaginese o nel campo greco a Livio non riesce mai; e non riesce perché in fondo nm:1lo desidera; appena qua e ll\ s'intravvede che le vicende ch'egli narra potrebbero anche esser vedute e giudicate da un punto di vista diverso da quello ro– mano. Questa è senza dubbio una limitazione, ma è u,na limitazione che conferisce in un certo senso alla unità imponente del racconto storico intorno alle vicende di Romç1,.Non ci sono negli storici ro– mani le· crepe della più o méno fondata critica dissolutrice, non ci sono le crepe della critica che all'imperialismo romano e alla-gran– dezza del popolo vincitore potevano fare quelli che riluttando si piegavano al suo impero. La solida e maestosa costruzione della sto– ria di Roma quale, sulla base dell'annalistiç,a, dà Livio, rispecchia la solida, diritta, ·maestosa costruzione dell'impero di Roma. E a questa solidità conferisce anche quest'altra caratteristica della storiogr31:fiaromana, che può sotto un altro aspetto apparirne o esserne anche giustamente considerata come una limitazione. Vo– glio parlare dell'àssen'za di problemi. La storiografia greca può dirsi una posizione continua di problemi che si cerca ansiosamente ri– solvere. Perché gli Ateniesi hanno,potuto fo:Q.à.are il loro ·impero ma– rittimo ? Perché è stata inevitabile la grande guerra con Sparta che è conosciuta col nome di guerra del Peloponneso? Qual'è il valore e il sig~ificato dell'impero atenie_§le? -Quali le forze che hanno agito per dissolverlo? Quali le cause del disastrò che ha chiuso·per Atene la guerra peloponnesia.ca ? La storia della guerra del Peloponneso di Tucidide è in sostanza il ten,tativo di risolvere questi problemi. BibliotecaGino Bianco
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