Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931
• 282 G. De Sanctis Cosi, per effetto di quella tradizio1:1ed_irazionalismo e ~i au~o: nomia spirituale di fronte ;:i.Hapropria città, anche quegh storici che appartennero alla maggiore città ellenica ?-ell'e~à classic~ e che, pure scrivendo di storia ellenica, dovettero scr1ve~e m realtà ~n gra~ parte di storia della propria patria Atene. Voglio_parl~re di Tuc1: dide e di Senofonte. Da ciò l'interessamento che gh stor1ogra;fi greci dimostrano non soltanto· per città o regioni il.ella Grecia che non sono quelle a cui essi appartengono per nascita, .ma anche per i popoli non greci. E qui la tendenza particolare dello spirit? storico greco si conserta con l'universalismo che va facendosi strada nella filosofia dei Greci. ,Se c'è storiografi.a che possa dirsi non naziona– lista, per quanto tutta pervasa dal sentimento della superiorità del Greco sul Barbaro, è la storiografia greca. Il Greco s'interessa dei Persiani e ne studia a fondo i costumi e ne raccoglie come sa e può le tradizioni e cosi via via dei Lidi, degli Egiziani, dei Traci, degli Sciti, degli Etruschi, dei Cartaginesi, dei Romani. Dei quali tutti s'interessa non soltanto perché è vernito in contatto con essi o per– ché ha fatto con essi la guerra, ma perché al suo occhio acuto, alla sua curiosità d'indagatore, offrono immenso materiale. Lo storico romano, a, questo suo difetto d'interesse per gli alt.ri– popoli, contrappone un interesse esclusivo e profondo per le vi cende del proprio popolo. Alle vicende di esso egli non si sente esteriore, non le indaga con l'occhio del critico, non sono per lui che eccez.i.o– nalmente e secondariamente materia di ricerc~ erudita, sono la vita del suo popolo, a cui egli partecipa, che egli rivive in certo modo « ab intra >>. Da ciò quella liricità che pervade le opere della sto– riografia romana e che si rivela all'attento osservatore in Sallustio come in Livio e come soprattutto in Tacito. Poiché la vita di Roma è in realtà la vita di cui essi tutti vivono. Questo dà alle opere degli storici romani quel centro ideale comune che manca, può dirsi, alla storiograifia greca; e poiché tal centro ideale è Roma, la città che ha fondato il più glorioso degli imperi, le opere degli storici romani ne prendono un'ampiezza di respiro, una gravità ·e solennità di an– damento che non sempre o forse non mai hanno le opere degli sto– rici greci. Ma da queste fondamentali caratteristiche derivano anche, come s'è detto, talune deficienze e limitazioni della storiografia romana; e prima di tutto la mancanza d'interesse per il minuto particolare. Al Greco, i ndagatore e osservatore acuto, piace di soffermarsi sul particola.re e prima di tutto di assodarlo per mezzo di accurata ri– cerca. Il R omano, assuefatto a, rispettare la tradizione, di cui è caratteristica che, se può accettarsene la linea, se possono esserne proficui gli insegnamenti fondamentali, non si ha pel particolare preciso alcuna guarentia d'autenticità, ne prende ansa a trascurare l'indagin,e del particolare quando essa sarebbe possibile o magari BibliotecaGino Bianco
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