Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931
266 Lettere di Edoa.rdo Sc_arfoglio a Olga Lodi· Ossani francese mercante di avorio di fucili e di schiavi, non ignoto in Italia perché Crispi e la St;fani gli fecero una vera impopolarit~ al tempo della diplomaz,ia antonelliana, e morto_qualohe_ 1?-es~ fa ?1 colera a una tappa dalla costa d'Africa. Io feci con lm 11v1agg10 del deserto, e fui ammalato in casa sua a Dijbouti. Sotto la tenda e nella soffocante veranda della sua fattoria egli mi narrò lunga– mente la sua vita e lasciò in me una impressione tutta letteraria, . ' che da un pezzo desidero di tradurre in prosa. Per ora è il passo più ardito che posso fare: una novella senza donne, dalle quali mi debbo tener lontano, perché le ignoro. Ho sentito da Spinazzola che siete convalescente. ,Spero che la convalescenza sia breve ; e per rendervela meno amara, permette– temi di mandarvi delle ostriche: a Napoli almeno valgono meglio delle rose. Salutatemi Lodi e credete al mio vivo desiderio di veder pro- ' sperare la vostra Rassegna. IL MATTINO NAPOLI E. SCARFOGLIO. Cara Febea 1 ), il sacri:fizio è consumato. La mia bella, seccata che io non potessi più consacrarle se non tre o quattro ore al giorno, e eh~ questo poco tempo passassi a contemplare le vele bianche sul mare tempestoso, mi ha fatto un'altra scena, mi ha detto che se ne vuole andare_; e io, oramai preso tutto dalla Fan– tasia e dai suoi accessori, non ho questa volta avuto la forza di reagire, d'indurla a restare. Io stesso le ho combinato un contrat– tino col Salone Margherita, ove vuol cantare per guadagnare il denaro necessario alla partenza. Ora mi sento un po' commosso (vi pare strano, non è vero?) .. È una buona e semplice creatura che mi ha molto amato, e dalla quale mi distacco con vero dolore. Se la passione del navigare non si fosse impadronita con tanta violenza di me, certo l'avrei tra,ttenuta. ,Ma era già molto che una donna m'interessasse per tre mesi: il quarto sarebbe stato deplorevole. Evidentemente ella ha compreso che era tempo di finirla e questa sua intuizione me la rende più cara. Verrò perciò a Roma, lunedì o martedì. Se restassi qui, sento che sarei ripreso; ed è calamitoso per i temperamenti come il mio impigliarsi nel vischio femminile. Le donne impediscono la, loco– mozione che è, almeno a mio avviso, il bene supremo dell'esistenza. Domani vado a fare una grande partita di caccia: lunedì verrò a Roma. Non voglio più rivedere quella cara creatura, la quàle, 1 ) Febea era il pseudonimo giornalistico della signora Lodi. Bìbliotec9 Gino Bianco
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