Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931

264 Lettere di JJJdoardo Scarfoglio a Olga Lodi .Ossani gesso in mano,' disegnando i tavoli, gli armadii, le cuccette, et~. etc. che vi si debbono costruire. Disegno anche le forme dei piatti, degli arnesi di cucina, delle forchette etc., di cui la, debbo fornire. Alle 6 vado a vedere il mio mostro. Alle 7 ½ vado per un momento in ufficio. Alle 10 di sera ritorno dal mostro. Al tocco vado al~gior· nale a discutere con Alfredo Monaco e Marino Villani delle cose di San Carlo sino alle 4 del mattino. Vi pare che abbia tempo di seccarmi? Ohe l'autunno romano vi sia dolce, e il parto del Don Ohisciotte felice. Ve lo auguro con affettuosa amicizia. Saluti a Gigi e a Vassallo. Vstr. IL MATTINO NAPOLI Cara Olga, E. SCARFOGLIO. VII. 14.. I. '93. Ohe posso dirvi di allegro? Fa freddo e piove, a vicenda: quando. piove, la legna si bagna e poi non arde il giorno del freddo. Ve n'è abbastanza per rendere profondamente infelice anche un uomo più giocondo di me. Del resto io trascino la catena delle mie facezie estive. Pianti da una parte, cancariate dall'altra. Appena posso scappare per un quarto d'ora, vado ad asciugare le lagrime: al ritorno trovo una tempesta di amari rimproveri. Oòsi mi secco .profondamente. M'ero fatto fare un nuovo abito nero: ahimè! esso pende inoperoso nell'armadio, aspettando giorni migliori. Tento. ogni tanto di scappare a Roma ; ma, dopo l'ultima mia avventura o sventura romana, sono relegato a domicilio i'lenza pietà. Se almeno avessi il mio famoso yacht! Ma che: il Credito mobi· liare fallì e la Banca Generale entrò in agonia proprio quando io dovevo comperare quello ohe avevo contrattato a Londra; e ora son costretto ad aspettare che Pattìson me ne costruisca uno nuovo. Se ne parlerà a luglio! Cosi, che potrei inventare di gaio ? Ho passato tutta la giornata in letto con una feroce emicrania, e veggo ancora il mondo attra– verso la malla pellucida del mio cervello indolenzito. ,Se mi mettessi a immaginare, non produrrei che lugubri fantasie. E la vita è già abbastanza triste senza le mie oscure invenzioni. Procurate voi, invece, di dirmi qualcosa di riconfortante. Voi avete delle risorse inesauribili. Io sono oppresso sotto il peso delle cose che si trascinano : questa politica, dalla quale non riesco a sottrarmi malgrado il desiderio acuto che ne ho; questo. legame, BibliotecàGino Bianco

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