Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931

J 384 E. M. RRMARQUE, Der_ W eg ziiruok quanto gr ottesco, e il suo sui-ci,dio, in forzati toni stoici, non _ci com– muove. In genera.le, Re,marque non sa inventare vere e proprie azioni, e pesca le si tuazioni n el la,go de.i luoghi comuni della vita, o meglio della tradizione romanziera. Alla propria defi,cienza d'invenzione supplisce con quella vivida coloritura da,·croniista, con quella rappreS'entazione giornalistica immediata, intuitiva, che già avevamo notato nel primo romanzo. Senonché ivi esse erano al servizio d~ commozioni i•n lui real– rneut(l profonde, ossia dello spiritato ma potente suo quadro interiore della guerra, mentre in questo romanzo dei reduci il soffio epico vien meno, e resta la cronaca, con la sua meccanica versatilità. Cronaca che indub biamente, per alcuni episodi, potrebbe a,vere il suo valore documen– ta.rio, quan.do saranno passati molti anni dal momento sto•rico in essa obiett ivato: p u11eirrimediabilm(lnte vizÌJ:!,tadalle due pompe prementi con le quali Remarque gonfia le· propri(l annotazioni dal vero,: la reto– rica sentimentale e la tendenziosità polemica. Egli finisce da partigiano tutto ciò che ha incominciato da cronista. E si direbbe che da ultimo si accorga egli stesso del proprio errore, quando prende una via di mezzo per spiegare come il suo protagonis,ta,, nell'attutirsi delle proprie im– pressioni e dei propri rancorii, ,si ,salvi dalla, psicosi che ha annientato tanti suoi camerati. Ma è troppo tardi, e pare, in ragione di tutto il .ro– manzo, un'appiccicatura, una scappatoia. La sagger~za canta una sua ~abaletta consola,trice, sn scena,rio idillico, alla fine d'un libro attossi– cato e fosco. SILVIO BEKCO. OJE'J.'TI, Direttore responsabile PIETRO p ANCRA.ZI, Segretario di redazione TIPOGRAFJA ENRICO ARIANI - VIA S. GALLO 33 - FIRENZE BibliotecaGino Bianco

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