Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931
F. FLORA, I miti della parola 369 non appare mai, o. quasi mai, un passivo chiosatore : in questi saggi la filosofia del maestro, appunto perché accolta, più ancora che nella sua formttlazione sistematica, in quell'insieme di concreti motivi, di scelte e di-sfumature che formano il corpo reale d'un pensier.o (chi par1erà, domani, della particolare accezione psicologica che i termini, ad esempio, di intuizione, lirismo, sentimento, acquistano nello stile del Croce ?), non fa che affermare, trasposta su di un altro registro spirituale, la propria intima vitalità. Fra i più notevoli di questi scritti, e fra quelli che meglio possono mostrarci quale precisa e sfumata risonanza abbia trovato nel Flora il pensiero crociano, ,è il saggio che dà il titolo al libro, I miti della parola, 'dove il concetto dell'assoluta idealit8' dell'immagine poetica, perpetua– mente risorgente eppur nuova, nello spirito umano, è messo in luce at– traverso delicate analisi, in cui il Flora indugia a rintra,cciare anche ciò che potrebbe cJiiamarsi il riflesso psicologico dei concetti crociani: · come quando, definita l'arte quali> primo momento istintivo e irriflesso del pensiero, egli svolge tale definizione in termini appunto psicologici, mostrando come le nostre immaginazioni di lettori e di contemplatori di opere d'arte, il (( fluido spazio» che la realtà estetica anche più pe– rentoria ci concede di rie:mpire con le nostre personali e ineffabili fan– ta,sie; si nutrano e si animino in noi proprio dei prillili freschi sensi e impressioni dell'infanzia. E ciò perché (< nessuna immagine sarebbe com– prensibile se non si riferisse ad elementi di natura e d'iidee che noi possiamo riprodurre entro di noi sulla nostra esper:ienza vitale. Il verso dantesco <( dolce colo·r d'orienta! zaffiro» è, per noi, non soltanto una vi– sione dantesca, ma anche la storica nostra umanità che conosce i colori del cielo all'infinito, come eterna fluidità di cose possibili in futuro ..... Ogni immagine richiama frammenti di esperienze reali in 1:1,oi, siano di natura o di,anima, sensibilmente corporee e plastiche o soltanto pensate in astratto: e le compone in una nuova a,rmonia ». E, infine, a questo concetto dell'assoluta spiritualità e hlbertà del– l'immagine a,rtistica che s'intonano tutte le pagine del Flora:· concetto che sostanzialmente costituisce il fulcro su cui s'impernia l'intera este– tica crociana. In èiò, sembra aI;J,ziche il Flora insista ad accentuare e a colorire soverchiamente il romanticismo del maestro. ,Se la filosofia del Croce, come hanno mostrato recenti cr:itici, non è che l'estrema ,fioritura, del grande pensiero romantico, che il!- essa è venuto a chiarirsii o ad equilibrar-si in modo che si direbbe definitivo, il Flora, riprendendo oggi la polemica crociana contro quegli schemi e distinzioni classiche e ret– toriche che sembra. aspirino a rivivere in nuove forme, viene a fare .in questo sen,so q_npasso indietro, contribuendo all'impression{l che dànno in genere gli odierni epigoni del Croce, ossia di 1ravvisare nella filos.ofia del maestro, contrariamente alle loro medesime premesse, non già un momento, sia pure altissimo e in sé concluso, del pensiero umano, una storica incarnazione della philogophia perewnis, bensì un sistema defi– nito e pl;lrfetto, ultima parola della _verità, proprio al modo delle vec– chie metafisiche. E se noi stessi ci decidessimo ad accogliere senza critiche e dubbi gli apporti di questa filosofia, e ad esempio le ben distinte caratteristiche
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