Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931
F. SALATA, Carlo Alberto inedito 365 sardo, ment11e_ tutta l'Europa viveva tempestosaménte tra il pe'I'icolo dellà guerra e la paura della rivoluzione, un regime liberale avrebbe ac– cresciuto il disordine. Donde anche quella politica ,estera, studiata dal Lemmi qualche anno fa, che nei suoi aispetti esteriori appare l'antitesi della politica degli ultimi anni del Regno; ma, vista alla luce dei Diari,· ne è piuttosrto la fase di preparar.done. La monarehia orleanese, portata sul trono dj Fra,ncia da una ventata, rivoluzionaria, pare destinata a sovvertire dappertutto il p:rin,cipio, di legittimità ,e ad offrire un3/ mano soccorritrice ai popoli m rivolta. Carlo Alberto, memore delle spiacevolj esperienze del Ventuno, diventa, pala– dino de,l legittimismo francese nei suoi col),3,tidi restaurazione borbonica e si lega all'Austria del Metternich, in quànto pensa e spera che l'Austria spe~erà in Francia con la guerra il focolaio del disor:dine.. Connubio non des,tderato, del quale egli sente tutto il peso molesto, tanto, da scrivere, nel dicembre 1831, che se i realisti francesi non agiscono con energia per salvare la Francia, la posizione della Sardegna ·diventerà ancora più critica e scabrosa, perché, <( tant que la, France sera un abime de maux, nous serons toujoulis plus à la merci de l' Autriche, surtout maintenant ·que l' Angletel"re est pa:r.alysée ». Il presentimento che un giorno Piemonte e Austria diventeram:w ne- . miei è adombrato continuamente nelle pagine dei Diari ed è implicito nelle pur continue aspirazioni ad un fagrandimento dello ,Stato sardo e nella vigilante cura di impedire che l'Austria accresca territorialmente o politicamente la sua influenza in Italia. Intanto rinasce in Carlo Al– berto il desiderio lungamente coltivato dalla, Casa sabauda di estendere i confini dello Sfato verso la Lombardia, e se non .sarà proprio la Lom– bardia ma un altro territorio poco importa, purché il Piem0t11te si espanda; ché dove ,è stasi è morte. E nel febbraio del 1832 confida che da im rimaneggiamento della carta d'Europa poss•ano a lui venire Parma e Piacenza con la probabilità di trarsi dietro anche Modena: << c'est le but constant de ma pglitique, auquei' je travaillerai constamment avec persévérance et chaleur ».- Pochi giorni dopo, nelle confabula~ioni di– plomatiche, si parla di cedere le Legazioni aJl' Austria, da,ndo com– pensi al Piemonte iin Lombardia: << nous cherchons toujours à entre– tenir ces bonnes idées, qui augmentent notre considération et pourront un jour nous ètre fort utiles ». Specialmente, significativa poi la pro– testa del 1843, quando, auspice l'Austria, si trattò della delimitafilone delle frontiere e di scambi di territori tra, la Toscana, Modena e Lucca per l'articolo 98 dell'Atto finale del Congresso• di Vienna; per cui l' Au– stria, as,sì.curandosi i d_iritti di reversione sul Pontremolese, si prepa;rava a,d occupare territori posti sulla frontiera sarda. Oarlo Alberto nel Comment je rne tirais, narrando i fatti svoltisi, accenna al motivo senti– mentale di non poter consentire allo scambio << d'anciens sujets· qui voyaient le troisième règne de notre famille sui' eux, c001tre des nou - veaux >>; ma anche ad una più forte ra-gione politica: ((,rien ne pourrait nous ètre plus fatal pour la défense des nos Etats du còté de l'Italie, que d'ét:oo entourés pa,r l'Autriche, mème sur la rive droite du Po». E scriveva una lettera, di sapore acre al granduca di Toscana,, cbe aveva. tenta.to di dissuaderlo dall'opposizione.
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