Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931
358 A. A.. Zottoli A.delohi, che pure era: immune dal r;ispettd alle unità, dove pu 7 e i sen– timenti, secondo lui, più gravi non erano sopraffatti dalla passione del- l'amore? . Ma: _ « Il Manzoni che è pur sempre un poeta lirico, si è dipinto i~ Adelchi>> - non avrebbe tardato a dire, e a dire, eon ragione,. Cousin a Goethe. Ma,n'zoni che sapeva guardare nelle cose sue, dovette avvertire nella sua tragedia come, grave difetto questa che, l'amico ·si disponeva :1' riconoscerle come un pregio ; dovette ~orgersi di avere, ,se non creati, messi in iooena dei fatti per adattarvi dei sentimenti, anzi i suoi senti– menti, e con ciò consumato un atto di arbitrio simile a quello che aveva l'anno innanzi rimproverato a Racine. . Racine nell' An-dlromaq1w · aveva concentrato tutto l'interesse nel- 1' amore dei personaggi, dimenticando che l'oggetto essenziale di ansietà dello .spettatore doveva essere Astianatte o l'oscuro, bambino sostituito da Astianatte. Egli aveva messo in prima linea le aspirazioni di Adelchi, ric3ic,ciando nello sfondo i patimenti del volgo, disper•so e senza nome. Erano disegni veramente nobili quelli di Ad~lchi, erano aspirae,ioni eroiche che nulla aveYano di comune con le passioni di queg~i eroi tea.– trali che consumavano la vita ad amar contro tempo,; ma la loro posi– zione ,centra,le nel dramma non era voluta dalla realtà bensì imposta dal– l'involonta,rio arbitrio di lui autore che s~ era reso complice del suo per– sonaggio ed· aveva consentito dove, secondo i suoi principii, doveva sol– tanto giudicare. È ciò che non gli accadrà più quando sarà riuscito a ri– tirare ogni sua pa.rtecipa,zione passionale dall'oggetto ra,pp11esentato, oioè qua,ndo si sarà slir-icato, perché allora con la scoperta degli umili che dà ,consistenza e significato alla realtà l'ltorica, il volgo ,senza nome sarà diventato per lui, se non il detentore, dell_averità, l'uniço• e genuino attributore dell'interesse drammatico. 1'1anon ci sono anche nei Prome8si Sposi dei potenti, anzi non ci sono, come Ella giustamente osserva, degli uomini elevati che umili non pos– sono chiama,rsi e a cui Manzoni dà il suo plauso ? Certo ci sono·. Ma il fatto nuovo è che il centro della prospettiva è tenuto non da essi bensì dagli umili, e che la loro posizione,. anzi il loro valore, dipende cki,lrap– porto che essi hanno con quel centro; il fatto nuovo è che non gli umili · sono giudicati daUa parte che ha.nno avuta nei disegni, nobili o per– versi, dei potenti, ma i potenti dal modo in cui si son'o comportati ri– spetto alla vita degli umili. , E ciò non tanto ~e:ché il Cristianes,imo rosì imponesse, quanto per- che quella era la verita delle cose. · ·, . È _una verità c~e n~mm~no durante la composizione del romanzo egli rmsc~à, a ved~re di pruno impeto e senza fatica. Infatti negli Sposi Pro– i:nessi, l_entusiasmo per l'uomo lo indusse a mettere nel centro dell'opera il Oardmale Borromeo col preciso ufficio di sciogliere mediante la sua azio~e il nodo dell'intrigo. Ma nei. z:romessi Sposi il centro della pi'o– spet_tiva è occupa.to da colei che veramente ci deve stare, cioè dall'umile Lucia. La C?Sa è importante anche perché Lucia patisce, non agisce. Chi dun;~ue ~n ~uesta r~d~zione definitiva, è incaricato di sciogliere il nodo dell mtrigo . In ver1ta nessuno. Certo, se fosse obbligaitorio distinguere ' BibliotecaGino Bianco
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