Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931

· ll Manzoni e gli <<--ionili » 357 solo nell'apparenza, 1 ). Ora se io, per con testare la ,Sua,tesi, venissi a op– porLe che Manzoni ha, mostrata chiara.la , sua, tendenza, ad attribuire an– che di q·uei trascorsi degli umili da Lei ricordati, la responsabilità non agli umili stessi, ma, ai potenti; se aggiungessi che ,egli ha, fatto Lucia, così a,ngelicamente buona_solo perché a, lei voleva deleg~re la rappresen– tanza, -del popolo lavoratore, farei delle a,ffermazioni difficili forse a,cl essere confutate, ma certo capacissime di fare usdre la questione fuori di quelli che mi ,sembrano i ,suoi termini precisi. La, questione non si risolve con la simpatia, o l'antipatia verso una, de– terminata, classe. Manzoni fece girare tutta la sua visione storica e la sua rappresentazione artistica attorno aJla gente meccanica di piccolo affare non per adulare, come. Tommaiseo giovane credeva ed EÌla teme che si creda, gli umili, né per esaltarli; ma solo perché egli era un uomo per cui la verità esisteva. Io credo che, se ci decidessirrno a chiedere .al suo, - lasci ,correre la brutta parola, - o·bbiettivisllllo a oltranza quelle ragioni che ci ostiniamo a cercare in motivi morali ·e religiosi, ci avvici– neremmo al --suomodo di pensare assai più di quanto ora non facciamo. Tra, l'altro egli scoperse il valore storico degli umili attraverso la crisi provocatagli dalla, teoria delle razze cli Thierry che, dopo tutto, fu una crisi di carattere scientifico. Prima di giungere a una, tale srco,perta, egli sentiva, che quella realtà storica che con tanta, cura, e dilig,enza procu– rava di accertare, era àncòra mancante di compiutezza, di profondità e di fondamento. Noi sappiamo che per Manzoni il maggior difetto che potesse avere un'opera letteraria era la falsità_: noi ricordiamo che già prima, egli aveva condannato le unità drammatiche anche perché indu– cevano a creare un mondo artificiale cliver,so da quello della realtà e che gira,sse intorno alla passione di lusso dell'amore come aJ. suo polo,. Quello stesso a,more te-afrale egli trovava immorale non: tanto- perché aìno;re, quanto perché, facendo il_ vuoto nell'animo dei personaggi ed espellen– don,e come accessori i sentimenti più grav i, assumeva in forza di una arbitrada_ convenzione un'importanza c.he in realtà non gli spettav:a,. I tragici francesi, secondo lui, ,soggiaceva no a lla condanna di Bossuet e se– guaci proprio p.erché erano partiti dal sentimento per adattarvi i fatti, - anziché partire dai fatti per. divinar,e ciò che gli uomini per compit=\rli aves,sero dovuto veramente sentire e soffri.ve, cioè perché avevano, con · tutto il loro ostentato rispetto ai fatti della st oria, indulto a-un procedi– . mento di natura romanzesca-.· Del resto Manzoni non arrivò egli a trovàre romanzesco perfino il suo 1) Non credo che fosse l'opinione di Manzoni, il quale aveva comunicata anche alla moglie la convinzione che Lucia fosse una rappresentanza autentica delle contadine della Brianza. Ma io qui voglio cogliere l'occasione per fare una do– manda : :El stata mai, a proposito di Lucia, ricordata quella pastorella di cui si parla nel Caffè, la quale, messa a lenta morte da un giovane per indurla alle sue voglie, continuava ad esortarlo a ravvedersi, gli porgeva la mano in segno di pace, e gli pregava dal cielo il perdono in ricompensa del martirio che le dava ? Faccio la domanda ma insieme l1lla confessione : ho trovato questa no– tizia in una nota del Cantù alla sua opera su G. Parini, ma non l'ho controllata direttamente sulla collezione del Caffè che a Roma non ho potuto avere a mia disposizione. 1bliotecaGinò Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy