Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931

Scrittori niiovi: Mario Viscardini romanzo in Italia si séguita a. prestar così poca. fede, al punto che se ne d,iscorre, tra opposte tesi, come d'una realtà letteraria sempre al– quanto problematica. La mia tesi forse qualcuno ·1a conosce, ma qui importa dir brevemente che la vitalità d'un romanzo, pur fatte tu.tte le concessioni alla cosiddetta divina libertà dell'artista, è in ragione della capacità di uno scrittore a assumere in fornlà d'arte una determinata realtà sociale ,e di :eostume, con il tono dei sentimenti e ideali ch'es•sa reca, fino a impersonarla in figure rappres~ntative, e dirò tipiche. Nel caso del Viscardini, è chi;:i,ro che il personaggio di Gio•vannino, anche se non fu esso stesso ricalcato sul vero, trovò nella verità storica, nel– l'ambie:nte e nel costume di un determinato periodo, i suoi modi di esi– stenza. E per non andar troppo. per le generali, dirò che se lo stato d'ànimo dominante di Giovannino appartierre, né potrebbe esser diver– samente, ail'autore, appartiene anche alla, temperie storica e psicolo– gica, sociale e morale, del personaggio. In altre parole, Giovannino Cerekipic non si concepirebbe parente di un Obermann, d'un Rooé, d'un Carlo Altoviti. È invece ·un romantico fi;n de siècle, che ha, sì, tutta l'esperienza romantica nelle vene nla con una fede nella scienza e negli ideali di fraternità umana, e con un senso di .socialità, ignoti ai primi romantici. Direi che Giovannino è eroe d'un positivismo illuminato n,on ancora pervenuto alla negazione di Dio e alla celebra– zione della materia: mistico a suo modo, credente soprattutto nella razio– nalità del reale. Nel suo mondo morale abita questa certezza, che verso la fine della •sua esperienza umana giunge a identificarsi coll'idea stessa di Dio. « Per vivere senza Dio, - egli dice nelle ultime pagine del ro– manzo, - bisog11a imbe-versi, riempirsi d'umanità. Ma, forse, è lo stes– so». E che altro significano queste parole, e altre che sarebbe facile estrarre dalle sue riflessioni, e soprattutto la sua decisione di andare a combattere, -rientrando, umi1e fantaccino, nella realtà morale del suo paese ado-ttivo, ,se non questa identifica7,ione fra umanità e, Dio ? Ai fini dell'interno sviluppo del romanzo occorre gua,rdare l'eroe de:l Viscardini da questo punto di vista, perché sofo di qui è possibile giu– stificare Ì'apparente e va,rio e complesso suo errare; dico quel suo erra,– bondo passare di paes~ in paese, d'esperienza in esperienza,; apparente . vagabondaggio, sostenuto da una çostante: l'idea del bene, la razionalità del mondo. Idealista dunque, questo Giovannino, che ri,specchia in sé gl'ideali d'un secolo: dagl'impulsi alla vita romantica,, anche nelle sue forone pittoresche .(si veda il suo arruolarsi nella troupe dei suonatori girovaghi), alla fede nel bene, nella bontà dell'a.zione e nella veri¼, della sci,enza. M.achi conosce il romanzo d~l Vis,cardini sa che i ,sruoipregi non con– sistono soltanto nella :creazione di questo tipico eroe, sul quale pure lo scrittore ha quasi costanteme:nte -tenuti fissi gli occhi. C'è una larga parte del romanzo che ha una base sociale, non dirò autonoma rispetto al protagonista, ma tuttavia svolta con un'~mpiez1,a e ricchezza~ varietà di determinazioni loca,li e di figmie e maMhrntte, e dove le capacità d'osser– vazione dello scrittore fanno forse la mi glior p rova. Alludo alla parte milanese, anzi lomba.rda del romanzo, e a qua.si ~utta la parte svizzera; 23. - Pb]ru,o.

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