Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931
34G V. Lugli Monial non è trascurabile, e neppure inopportuno qui, ove dietro il mora– lista, speriamo d'incontrare l'uomo. Già contributo a una delle tante col– lezioni che fioriscono nella libreria di Francia, rievoca il volto del paese materno ove Régnier'ha vissuto parte della fanciullezza, e già l'aveva ritratto 'nei J ours. heureum e nelle V aoan.ces d'un jeune homme sage. Tenero ·e orgoglioso amore per la famiglia, di cui si ricerca la storia con vero gusto dell'araldica,; vecchie figure di parenti che rivivono, sre– cialmente le donne, per la devota pietà del nipote. Interessano le p_agme anche per quello che non vi si trova, i ricordi d'infanzia,, che lo scrittore si è espressamente.vietato. « Je n'ai pas gran goiìt chez les autres pour ces réminiscences puériles où l'on se considère ·un peu trop comme le 'centre du monde' .... En un mot je ne suis pas partisan de l'' égoti– sme' prématuré >>. Ammette le eceezioni splendide, Chateaubriand, Re– nan, Loti; ammira Henry Brulard, ma non vuole imitarlo. Questione di temperamento, che comprendiamo benissimo; solo, l'insistenza, a spiegarsi, a giustificarsi, rivela quasi una puntà polemica, certo lo studio di proclamare la propria èj.ifl'erenza, il disdegno per l'uso invalso e trionfante coi maestri saliti dopo, Gide, Proust. Se cita ora, con giusto compiacimento, Les jours heureum, la prima novella "del Trèfie blano (nel volume Couleur dtt tem.ps ), aggiunge di essersi rara– mente abbandonato così al ricordo, alla semplice notazione del ricordo. Ma, in quel racconto finissimo, la prima fanciullezza è un'età favolosa, tutta remota, ove non si cerca il seme, l'annuncio turbato della futura vita., sì il fiore ingenuo, fresco, destinato alla caduta, al rimpianto. Cosi, nelie Vaoanoes d'un jèune homme sage, i sedici anni: lontani, senza legame con l'età imminente, tutti grazia e sogno. Il protagonista .de La fiambée ha solo tre, quattro anni di più, e la poesia del primo amore è subito oscurata dal profilarsi della realtà, l'eterna leggerezza della donna e il facile oblìo dell'uomo. La bellezza è solo, tutta nel passato, purché sia ben passato. 1 Altre volte; del resto, ha detto il suo ris.erbo, come nel raòconto ve– neziano L'entrevue:. « J'ai toujours répugné aux con.fidences, ne· me jugeant pas assez intéressant pour solliciter sur moi-mème l'attention d'autrui )>. Ma neppure gli altri, pensiamo, debbono sembrare a lui in– teressanti, né molto degni ch'egli cerehi le loro confidenze. Chi non vuole aprirsi al mondo, come può sperare o volere che il mondo gli apra il suo segreto ? In fondo, Régnier non sembra desideri troppo di conoscere i suoi simili ; la passione che fa il moralista deve mancargli quasi del tutto. È una vecchia impressione di lettori, che pare egli abbia voluto conformare, o distruggere, mettendosi sulle orme di La Roehefoucauld e di Ghamfort. Una volta è anche La Bruyère; ma deux arnJies due « caratteri )> in perfetto stile, sono una mera esercitazione del letterato che s'era anche divertito, in fondo al Bon plajsir; a rifare i memoria– listi dell'ulti:ino Seicento. Alcune histoires de femmes ·solo per un mo– mento ci fanno pensare a Stendhal : nulla che ricordi la sofferenza vera dell'innamorato di Metilde Dembowsky. Aneddoti ironici o scorci di r.omanzi ele~anti e freddi; uomini ingenui, vani o vili, ~ appena una morale da ritenere, che è di La Rochefo~cauld : « Il y a de bons ma– riages; mais il n'y en a point de délicieux ». BibliotecaGino Bianco
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