Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931
Villa Beatrice 191 - stanza. Dipende forse da me che non so., non sono istruita; ma a me sembra che se fossi un uomo, una donna così.. . : sarò io troppo semplice. _ Quel tratto di via all'imbocco del paese era deserto : ~e case, per quanto ridenti, nell'inoltrato pomeriggio settembrino, pare– vano disabitate: soltanto un gruppo, in fondo, di ragazzi scalzi sopra uno scalino. E silenzio, che ogni tanto uno strido dei ragazzi, lontano, fendeva come, rasente terra, il vol d'una rondine ratta fendeva l'aria immobile. Osvaldo strinse tra le due dita la punta del mento della sua Maurilla: - Sciocchina ! Maurtna pensava ancora a Beatrice: - Si può voler bene a una donna così ? Come fa a render felice? ... Ma la frase aveva destato nel suo proprio cuore l'assillo. - Già, è vero .... È un'altra cosa che conta. E ambedue seguitaron la strada, fin a, casa, in silenzio. Era di pram~atica la restituzione del pranzo. E la domenica successiva, Ròmualdo e Beatrice dopo essere stati alla messa a San Miniato - il che fu un avvenimento perché avevan sempre sentito la messa nella cappella della villa ov'era detta, per a:ntica usanza, tutte le feste - e trovatisi in Chiesa coi Bertani, si recaron da loro. · Già, in chiesa, tutti gli occhi, specie quelli delle signore, si eran rivolti a Beatrice. E tutto, di lei, era stato osservato, valutato, di– scusso, giudicato: dalla forma della cloche a quella delle scar– pine con lo spunterbo, dal modello del vestito alla qualità del velo bianco posato sopra il davanti dell'inginocchiatoio, da come si ar– guivano i capelli tenuti ancora lunghi fin al modo con cui portava le unghie, dai solitari agli orecchi, veri senza dubbio, fin allo zaf– firo splendido in mezzo ai brillanti nell'anello montato in pla– tino al dito medio della mano destra. E il giudizio unanime delle intenditrici era stato eh' era una bella donna, sì, ma or– mai nella foggia e il taglio del vestiario non tanto· quanto nel modo di portarlo, nel gusto di mettersi, nella stessa linea del· perso– nale, per la specie stessa della sua bellezza : passata di moda. Ma quando all'uscita, sulla piazzetta e poi al sommo della scalinata, fu vista alta e formosa col portamento solenne e pur ancora giovane, l'impressione fu in tutti d'una maestà superba. Tanto più che nel modo di rispondere alle scappellature e ai cerimoniosi piegamenti di capo con cui il passaggio dei quattro era salutato, contrastava con l'e:ffusività di Romualdo, con la cortesia signorile di Osvaldo e la bonaTietà festosa· di 1Maurilla, l'impercettibtle cenno di lei BibliotecaGino Branco
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