Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931

182 O. Oal-isse mura della rocca nemica. La vittoria doveva esserne la religione · purificata. Che cosa ciò significasse è nelle lettere di, Renan chia– ramente spiegato. Nulla più del soprannaturale; solo. a questa condizione un ri– sveo-lio religioso sarebbe .stàto possibile (II, 252). Ne ssu111a rivela– zio~e : la fede in essa avuta diverrà quale oggi stima.si _quella che già ·si ebbe nei mao-hi e 111egl'indovini (II, 217). Che 111elle cose umame o . • non debba ammettersi divino intervento, tante vo!te Renan scrive a Giorgio Sand di averlo detto, che non può sorgerne più equivoco (I, 231): più nulla, dunque, della provvidenza. E nemmeno del sa– cerdozio: ad una persona, che sembra averlo richiesto su ciò di consiglio, Renan sopratutto raccomanda « che non dia mai ad al– cun prete la direzione della propria coscienza)) (II, 261). Anzi, nes– suna forma determinata può prendere la religione. Qui,-- Renan scri,veva a M. Ioung (II, 154, 197), - è il mio dissenso con Mazzini : questi crede che trovata che siasi la idea vera della reli– gione, l(l si possa, dare una espressione concreta, e questa si possa im– porre come fede al popolo. Iò non lo credo : il regno dell'ideale, qual'è la religione, è quello della libertà assoluta. Le religioni future, se ancora ve ne _saranno, do vranno c ontentarsi di avere quello che oggi hanno le religioni dei tempi pas sa.ti, il rispetto e la libertà .... ; I).On potranno es– sere che affare della coscienza di ciascuno. Contrastante, su tutti i punti, così fatto programma trovava dinanzi a sè il cattolicismo. E poichè questo si sostiene sul papato, Renan aspramente lo avversa: deplorevole istituzio ne (II, 27), fu– nésta allo spirito um.a,no (II, 5), la peggior 00.sa di questo mondo. dopo l'Islam (II, 285), impossibilità, utopia, che in nessun luogo potrebbe oramai essere più accolta (II, 131).Caduto il papato, il cattolicismo cesserebbe di esser temibile (II, 43), perderebbe unità (II, -15, 27), morrebbe. Questo Renan spera dalla nuova Italia. Chiaramente egli dice, scrivoodo ad Amari, che u111a ragione che gli fa amare l'Italia è che « il regno ucciderà il papato)) (II,131). ·Già si è messa per questa via l'Italia, coll'avere abbattuto il potere temporale ,del papa, che era, dice Renan (II, 15), un presupposto necessario per la unità del cat– tolicismo: faccia, •dunque, amcora u111 passo l'ltaHa. Essa ha dÌIIlanzi all'Europa u na colpa aritica. Essa fu che sbarrò il passo al pro– testa:q.tesimo, e che; nel secolo XVI, rese possibile la restaurazione d el cattolicismo nella sua forma romana (II, 15). Deve riparare; ciò che ha f.atto deve essa stessa disfare; cced io spero, - sempre ad Amari scrive Renan, - che l'Italia non vi mancherà)) (I, 270). La via è aperta. Il regno d'Italia si è insediato nella vecchia capitale della teocrazia, rendendosi benemerito dél libero pensiero e di quanti ama1110 la verità (II, 46). Ora, o0111ti111ua Rooan, è cosa I BibliotecaGino Bianco

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