Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931

180 C. Oalisse costumi popolari di più elevato grado, specie religiosi. Nulla di meglio che la sua parola (I, 16-17, 30): Portato dai miei gusti naturali e da,i miei lavori allo studio delle· manifestazioni religiose della umanità, Roma, questa città sempre cosi religiosa e di èui la reliofone ha fatto in ogni tempo la forza e la pre- ' b • ponderanza, ha per me, il più vivo interesse. Napoli mi ha rattristato: le sue bellezze naturali non han potuto dissipare in me la nube di tri– stezza che circondava il mio spirito dinanzi allo spettacolo di tanta su– perstizione .... Ma in Roma l'istinto religioso è più puro, e si manifesta con forme più graziose e più elevate. Se ne com"muo~e: part~cipando, come spettatore, a solennità po– polari, sente nell'animo suo rinascere sentimenti, che credeva morti, e che subito reprime: lascia, invece, libero il volo al pensiero, ed an– che alla fantasia, risalendo da quel che vedeva ed udiva, di anello in anello, a tempi lontani, a figure passate, a primitive ragioni, formandone elementi per lui preziosi di filosofia e di storia. Niente altro egli cura, né pregia. E in questo sentimento avvolge pur l'Ita– lia che ha intorno a sé. Nel l8G0 lo scrive al Garnier (I, 17) : In quanto all'Italia contemporanea, io cerco più che mi è possibile di non vederla. Triste spettacolo per chiunque è capace di pensare e di sentire in maniera disinteressata è l'essere testimonio di tanto abbassa– mento intellettuale e morale. Giudica il popolo italiano, dopo la prostrazione ereditata dai se– coli XVII e XVIII, impotente a rivivere, e teme che la Francia possa seguirlo per la medesima via (I, 57). Eppure era proprio di allora · lo sforzo generoso del popolo italiano per riso-lle--varsia vita 1I1uova, per la cui compressione, mom~ntanea, dovette accorrere anche con le armi la Francia ! Ma questi sentimenti Renan poi mutò. Dopo il 1860 egli sempre più dichiara di avere in pregio la na~ione italiana e di seguire con simpatia la sua politica restauraziorre. Giovarono certamente a questo suo nuovo stato di animo le molte relaziO'Ili che per cagione de' suoi .studi egli era venuto facendo con i migliori rappresentanti della cultura- italiana : Ascoli, Bonghi, Mamiani, 1\.fa!ncini,Lanciani, Salinas, Peruzzi ed altri, e sopra tutti Michele Amari, al quale, com'egli dice, il suo pensiero correva ogni volta che egli udisse o leggesse lll•Otizie d'Italia (I, 174). E ad Amari, quasi con insistenza, Renan esprime compiacimento e fa lode per la Illazione che si ris,olleva, senza pericolo oramai di 111uove cadute. Gli scrive nel 1864 (I, 174) : · I miei voti sono sempre concordi con i vostri, aJlor che si tratta del bene d'Italia. BibliotecaGino Bianco

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