Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931
,, 178 O. Oalisse pensieri più alti. Ma intanto un'altra stella, tutta di luce nuova, si era innalzata: l'Ita.Ua. E f!Uesta attrasse le speranze di Renan. Egli ne er•a rimasto invaghito :fillldalla prima venuta che vi foce 1I1el 1849. E l'affetto in lui se ne conservò costante, per quanto variabile nei suoi oggetti e nei suoi intendimenti.· L'Italia aprì a Roooo come una nuova veduta che dall'alto appaia. Del mondo co– nobbe aspetti non pensati; i .suoi giudizi, i suoi sentimooti si mo– dificarono. La sua mente non portava altra impronta che del pen~ siero tedesco, e di vita esteriore altra egli non conosceva se non quella del suo paese. L'Italia lo colpì inn3!nzi tutto con la forza della sua natura. Tutto gli parve mirabile; e d'allorai in poi le lettere di Renan, ad italiani e a stranieri, abbondano delle descrizioni de' luo– ghi ch;eveniva visitando, dell'ammirazione che in lui se ne produceva, del booefizio che ne ricavava, del desiderio che sempre vivo 1I1e por– tava cm sé. Ma l'Italia, oltre a questo, gli offriva•tesori per i suoi studi. Egli qua e là, con graJllde sua gioia, ne scopriva anche, poiché la,_miniera, per quanto trattata, ne ,dava inesauribili (I, 27). Ed amcora, sapiooti co1I1versazionie dolci riposi trovava Renalll in Italia. Con qua1I1tocompiacimento egli ricorda i soggiorni avuti a Mandela dalla signorile ospitalità della principessa Giulia Roccagiovine, di ' !Ilascita Bonaparte : egli no1I1 si sazia di ravvivare 1I1ella sua memoria i mirabili dillltorni tiburtini, pieni di sentimenti e di ricordi, le linee armoniose delle montagne sabine, che con sé sollevano ad alte aspi– raziO!Ilil'a.nimo (II, 7, 22). E qual)ricordo Renrun tenne sempre di Montecassi!Ilo ! La cortesia, la dottrina, la serelllità dei mo1I1acilo fecero meravigliare (I, 18), IIlé volle mai perderne la corrispondenza, specialmente col padre Tosti : venne pur- il momento i!n cui dovette essa i!nterrompersi; ma Re:nan lllOnvi si rassegna, e al pl:!,dreTosti si volge (I, 352) : · Io sono certo che voi troverete nella vostra, bella regola .di S. Bene– detto• qualche buon testo che vi permetterà di ricevermi ancora. Ma Roma, sopra.tutto, lo prende nel suò fascino misterioso. Lo dice e lo ripete egli stesso. Scrive nel 1850 ad A. Garnier (I, 16) : Roma esercita su me un'attrazione del tutto. particolare. Non v'è città al mondo, ove il pensiero sia più libero e più spontanea.mente s'in- nalzi verso le alte e serene regioni della filosofia. · Ed al Bersot (I, 29). Son qui da oltre cinque mesi, ed ogni giorno vi trovo nuovi alletta– menti. Roma è come le grandi, opere dello spirito umano, è il quadro più BibliotecaGino Biànco
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