Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931
176 O. Oalisse zioni, e forse era questo il punto ove più eraino vici!Ili ed u!Iliti. Nel principe Renan vedeva l'uomo che aveva reso e più avrebbe potuto rendere « servigi di. primo ordine alla causa dello spirito umano» (II, 33~). Fra tali servigi quale dovesse pri!Ilcipalmente stimarsi è detto in uill'altra lettera al principe stesso del 1872 (II, 3) : Ai miei occhi, - scrive Renan, - è un vero titolo di gloria la parte di prim'ordine che V.· A. ha avuto nella caduta, del poterP temporale dei papi. E qu::tnùo, nel 1884, un figlio del principe si recò in Siria, Renan scrivendo1I1e al dottor Suquet, là residente, « che !Ile n,vesse ogni cura, - gli diceva (II, 286), - poiché non dobbiamo dimenticare ciò che suo padre ha fatto per lo spirito umano, o almeno contro i peggiori nemici dello spirito umano : al pa.pa egli ha portato il colpo più grave)). In qual modo daHe lette re non appare. Ma il ri– cordo che con certezza e compiacimento da Renan ripetutamente ne è fatto, mostra, come piena fosse fra l'uno e l'altro la intesa, e d'accordo procedessero a realizzare que' disegni che Renan a-vé'va sempre 1I1ellamente, e che dall'abolizione del concordato ~ dalla separazfone dello Stato dalla Chiesa egli pensava che avrebbero dovuto spingersi molto più avanti. :Forse, un momento Renan cre– dette che il principe Napoleone potesse riacquistare dominio in Francia. Notevole è la lettera scrittagli nel giugno del 1871 (I, 351) : Anche io considero la rivoluzione del 4 settembre -comeuna sventura e un delitto; come l'operar di questo meschino partito repubblicano, che riesce ad impedire ogni durabile provvedimento, senza aver la forza di far seriamente trionfare la sua utopia. Al par di voi io credo che la sola via di uscita sia l'appello al paese, per poter risolvere la questione· dinastica .... Ed una cosa poi è certa; i grandi servigi che V. A. può e deve rendere alla Francia. Però, se ta-1 pensiero egli veramente ebbe, presto dovette abban- _ donarlo, e lealmente ne scrisse al principe stesso. Su quai! base fare il plebescito? che oosa pr-oporre al popolo, quando tutto· è disordine ed i1ncertezza? (I, 371). Fra le tre dinastie, quella dei Bonaparte potrebbe avere il maggior numero di voti; quattro milioni, forse ci!Ilque; ma contro avrebbe le città, le classi politiche, la i!Ildiffe– renza dell'esercito. E un terzo impero sarebbe migliore del secondo? Re il principe Napoleone potesse imporvi le giuste~ sagge idee sue, nulla di meglio; ma non potrebbe; U1n detestabile govel'IIlopersonale lo asservirebbe di llluovo e lo perd'erebbe (I, 367-369). Sfrondato delle parole di c01I1ve!lienza, il pensiero era giusto : gli avvenimenti del '70 avevano estirpato daU'001imo del popolo le ra- BibliotecaGino Bianco
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