Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931
17'.1 L. Oalisse a Tromsoe il telegramma funesto coll'annunzio della guerra. Il danno io avevo sperato che ne fosse allontanato per molti anni, forse per sem– pre. L'avvenire della Francia mi pareva triste, mediocre; ma tal ca,ta,... clisma io non avrei mai temuto. Tuttavia non cercò affatto di sottrarsi ai doveri verso la patria. Non volle lasciare Parigi assed_iata. Io non lascerò un sol momento Parigi, - scriveva a C. Ritter (I, 330), - qualunque cosa avvenga; io credo che nelle presenti cii:costanze il dovere sia di pagare con la propria persona, e di porre, pur senten– done la insufficienza, a servigio della. ragione e della patria -la poca forza di cui si può disporre. Questo era il suo animo, nel momento della necessità. Ma non era mutato il suo pensiero. Se ne legge l',aperta dichiarazione in una a.ltra lettera al Ritter, del marzo 1871 (I, 34-1): Tutto quello che io avevo pensato, ,sperato, pr,edicato or lo vedo perduto. Avevo fatto scopo della, mia vita il lavorar,e per la unione in– tellettuale, morale, politica della Germania e della Francia. Ed ecco la follia crimil,'.lale del governo caduto, la mancanza di spirito politico nella democrazia francese, la esagerazione patriottica dei Tedeschi, l'or– goglio prussiano hanno scavato fra le due nazioni un abisso, che a ricol– mare non basteranno secoli. Ma io non posso disdire quello che dissi. Io debbo dire come Goethe: « come volete che io- predichi odio, quando io non lo ho nel cuore?>>. Tacerò. E tacque; facendo proponimento, come nella lettera stessa è detto, di non prendersi più pensiero di faccende politiche. 1Ma la ste~sa cosa Renan, che peraltro non fu mai asservito alla politica,. aveva già detto, e da molto tempo, altre volte . .Fin dal 1850 egli aveva scritto dl:l,Roma a,l Bersot (I, 31) : Io mi son fatto divieto di pensare alla vostra politica, che mi turba gravemente lo .spirito. Un giorno o l'altro voi' avrete la notizia che io mi sono fatto certosino o cappuccino, e che il mio indirizzo sarà sul- 1 'Aventino o sul Gianicolo. Era il tempo deUa occupazione di Roma da parte delle milizie della repubblica francese, la quale si preparava a mutarsi in impero. E dopo che questo fu costituito, Renan continuò nello stesso stato di am.imo,che fu poi di sua abitudine: incertezza, malcontento, senza tuttavia un~ ,decisa risoluzione, perché lllon ,aveva ~a:ucia lllé vedeva chiaro i,ntomo a sé. Richiesto di 0oosiglio sul giuramento che im- BibliotecaGino Bianco
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