Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931

Francesco Chiesa narra.to, re 165 vanità e delle illusioni riconosciute appena che nate. Ins,oÌnma le piccole esperienze degli intellettuali che si co111tentano ormai del solo comprendere. Per qùesta limitatezza d'ambiente ]o scrittore è condotto a dar assai maggior peso e sviluppo alle considerazioni d'ordi!lle intel– lettuale : a ricercar il curioso e il paradossale ; ma non •sempre tali co111siderazioni gli ries0on co111vincenti o anche solo sorprend~nti; talvolta l'acume spiegato non è in rapporto alla sooperta che. si vuol fare; tal altra egli dà nel ricercato. Nei Racconti p1terili, l'umorismo !llasceva sempre facile e 111aturale dal modo con cui l'autore sapeva, com garbo e malizia, illuminare le illusioni dell'età irnfantil~; qùi invece l'umorismo vi è spesso tirato· di forza, deformando oltre misura certe situazioni, accentuando fuor d'ogni proporzione certi tipi, certi complessi psicologici. Ta– luna delle avventure immaginate si presta realmente a una succosa e divertente morale: ma altre non ci si prestano che di malagrazia e allora 111é riesce un piatto mal condito e di sapore disuguale. Nei componimenti :migliori l'umorismo nasce direttamente dalla situa– zione psicologica convenientemente illumin:;ita-; come nel Punto di partenza, in cui il vivo risentimento per un piccolo i!llgiusto rim– provero,' è causa d'un ammirevole e ridicolo zelo di grandi imprese; come in Mira e la limoncina ove ci vien illustrata con acuta psico– logia la persistenza di certi noduli di superstizione anche nei più convinti positivisti: una specie di suggestione che per certe ca– suali corrispondenze o certi strani parallelismi s'impossessa di noi, irragionevole ed ass1irda, e da cui, in certi momenti, non arriviamo a liberarci; come in Da seminare in Afarzo ove vengon finemente studiate certe nostre assurde speranze e aspettative, di rivelazione improvvisa di segreti che c'inquietano: qui i semi trovati fra le carte d'un brav'uomo divenuto impJ•ovvisamente e inesplica,bilmente birbante dovrebbero rivelare il segreto di quell'improvviso mutare: - e il buon Ponti si attende chissà che illuminazione dalla pianta che sta per gemnogliare nel ·suo giardinetto, e che poi non è che una volgarissima viola del oorno. Deliziose osservazio111is-01110 sparse fra questi racconti; come, per esempio, la seguente: « E attesi con grande impazienza il Marzo non l~ntano. Impazienza condita d'un certo squisito malessere, che è quand-0 un galantuomo si concede di com– mettere una picc,ola azione illecita. I delinquenti, poveracci, sono creature di sensibilità ottusa, e rnhamo, ammazzano come se nulla fosse. L'uomo onesto inve<:e vive tutto vestito della tenera pelle che gli ha fatto la sua mamma ; ed a. 1ui basta d'accostare_ rnn dito al codfoe penale per provarne un brivido tremendo. Brivid'o, ripeto, che poi finisce magari in una vibrazione piacevole : poiché evidente– mente noi ·siamo fatti a gomitolo, e tutti i fili più diversi si toccano e si accavallano in noi>>. Biblioteca G~noBianco

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