Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931

Franceséo Chiesa narratore 163 quamdo dopo lunghe incertezze sembra averne :finalmoote oomprese le alte idealità, per un::1,picoolezza s'inalbera di nuovo e fugge, lasciando il vecchio n(;lla più n~ra, disperazi~rie. Chiesa ha voluto troppo insistere sulla variabilità di questo carattere, e infine l'ha dissolto. Anche Ippolito, imtriga111tee calcolatore, 1110n è sempre a fuoco in questi suoi aspetti ; talora, le sue aistuzie s,on troppo ililfantili, tal altra si mostra ~ una luce tutta nuova, inaittesa, che 111On quadra col resto. AIIlchelui non è conseguente, rnorn è legato, no111 è vissuto. Del resto si ha l'impressione che tutto il libro soffr-a di una falsa posizione iniziale. I figli già adulti di un padre multimilio111ario ~ devono contentarsi di un misero mensile affatto sproporziooato alle loro ricchezze e ai loro bisogni, per ,decisione di Ulllacerta delega– zione tutoria che intende salvaguardare i diritti del Fisco. E 111e nasce per essi u1I1asituaziolile impossibile ·sotto ogni aspetto, che non arrivano a risolvere, e che li mette im guerra contro tutti. Ma chi legge si domainda : possibile che i,n tal caso illon si trovi una so– luzione che soddisfi tutti? Sarebbe· pur nell'interesse comune! E tutte le difficoltà, psicologiche ed altre del romain~o, derivano d'a questo nodo che è in fondo arbitra,rio e puramente esteriore. Da qui nasce il dissidio collo zio, nasce il dissidio fra i ·due fratelli: le– viamolo, e il romamzo ,si sfascia. Costruite e non vissute ;,SOfhO le scooe di pa,ssione, proprio oome nelle I storie) e specialmente quelle di passione amorosa. Qui il Chiesa sembra proprio esser, fuori del suo elemento. Si aiuta come può, ooill belle immagimi, oolil reminiscenze letterarie. La bellezza ·femminile non-gli appare mai come predsa attraziOIIle sensuale o sen– timentale ;'mai si sente nelle sue descrizioni il tr,emore del desiderio o quell'indefinibile simpatia-che attrae i sessi. Al posto di questi se111timentiche a quruiito pare non sono del suo registro, egli ne mette altri che conosce meglio: l'ammirazione per la bellezza fem– minile, vista in astratto, idealizzata. Chiesa è davanti alla bella donna sempre come Dante dav·anti a Matelda o a Beatrice. Invece gli riesoorn sc;mpre bene certe scene di tipo casalingo, an– tiquato e provinciale. Poiché c'è in Chiesa stesso alquanto di pro– vinciale, d'i. vecchiotto, che si rivela, specia.lmoote quando si prova a far la caricatura degli ambienti mondaini, a descriver eleganze e mode femmimili. Allora si ,osserva ch'è fuori del suo ambiente, ch'è ilil ritardo sulle ultime novità del giomo e che persegue del suo riso mode e oose che son già passate da anni. Il Panzini, il quale sotto l'abito rustico e moralista che l'avvicima talvolta al Chiesa, ·rumaassai le donne, ha ben altri occhi per le loro eleganze e le loro seduzioni, e sa distinguere esattamente tutte le sfumature della moda. Al OhieS;aÌIIlvececapita magari di sbagliare BibliotecaGino Bianco

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