Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931

162 A. Janner psi0ologia ha vari puµti di contatto con Tempo dli, Marzo rnon è riuscito. Perché mai? In Tempo di Marzo Chies'a si trova :nel pro– prio campo psicologioo, dà esperienze sue persornali ; e le figure del raooornto che non son proprio lui, egli si aiccolllte{lltadi renderle nel loro aspett,o esterno e nelle relazioni che possono avere con u111 bambino; in Villadorna invece, egli deve dar vita e realtà a caratteri diversi dal suo, deve sforzarsi. a, uscir dlj_ sé, e a ciò gli mruncruno,mi pare le [lecessarie facoltà. Tocchiamo qui i limiti della sua fruntasia ' - creatrioe. Il 0hiesa ha una- visio[le in.teUettuale larga e oompren- siva dei fenomeni umani, ha una fanta,sia pronta ed originale, ha ulll intenso sentimento lirico della natura, ma nolll ha, ci sembra, molto sviluppata la facoltà d'intuire e quindi anche di ricreare una umamità diver:Sa dalla sua. Perciò non c'è forse in lui la vera stoffa del _romamziere. Questa sua mal).chevolezza è runche la ragione pro– fonda per cui le. sue varie 1storie} nonostrunte la bellezza della lirngua e l'ingegJ1osità dei eoncetti, non afferraino l'animo, lascirund:ofreddi; e per cui la seoonda•pa,rte -di Terrvpodi Marzo ha milllor CO[lSistenza psicologica della prima. Tutti quei personaggi delle !storie e delle Vite non sotllouomini veri, ma approssimazioni, ricostruzioni di uno scrittore che non avendo illl sé urna vita abbastainza multiforme per riviverli tutti psicologicamente, li ricostruisce cosi, p,ress'a poco, d,a,l di fuori. Quasi tutti "i Racconti puerili invece e gran parte di Tempo dli, Marzo sono libri perfetti, come perfette sono molte delle sue liriche, poiché in esse il poeta rende' sé, le . .sue esperienze e aspirazioni; e vi è completa adeguatezza tra fondo emotivo e capa- cità espressiva. · Per convincerci di questo nostro asserto esaiminiamo un po' i 0aratteri principali -di Villadorna. Irncerti e inafferrabili sono illel loro carattere i due fratelli Maroo e Ippolito, figure centrali del r-omanzo. Specialmemte· Maroo·: sem– pre in co!IÌtrrustocon ciò che d!ovrehbe logicamente fare; .e le mo– tivazioni di queste sue inooerenze non appaio[lo app:rofo[ldite, IIlO[l c-oinvitlloono affatto. Vogliamo dire che questa sua inafferrabilità di carattere potrebbe forse essere una: 'sua più profonda realtà psico– logica, ma nel romainzo rnon è così; quell'intimo dissidio vi appare arbitra.rio e voluto, dal di fuori. - Ha vissuto, si afferma, per anni rnelle più grandi metropoli europee, spregiando la vita di provincia, frequentando la gente più varia e diistiiJlta, g-odendosela da signore; poi, rnel romrunzo, se viene a trovarsi Ìlll un salotto, vi fa la figura di un pe:r1'etto zotico; hl:L fama, e se ne vanta, d'esser un don Gio– vanni irresistibile, e nelle scene amorose si comporta come uno studentello sentimentaJe, e se gli capita qualche facile avventura . ,. ' se. ne ritrae rnauseato. I111afferrabile anche nei rapporti collo zio Ponzio _col quale dov1,ebbe pur intender.sela meglio, va per fargli urna scenata e nell'attesa che venga si add-ormenta sul crunapè; BibliotecàGino Bianco - J

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