Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931
Incontri dava a martellare di pugni il volto- di sua madre : - Ma perché non mi fai guarire ? - le diceva. I bambini dormivano, uno con 1a nonna e l'altro con la mamma; pure la nonna s'ammalò e allora la signora Livia .andò a dormire nella stanza di lei, lasciando i figli soli nella sua. Quella sera ella, preoccupata tanto per sua madre, che per loro, nel chiudere la porta intese Cici dire a Carla: - Stasera potremo fare quello che si vuole, senza quelle due sec· cature .... - La signor.a Livia non aveva più forza di dare scapac· cioni a queste sue disperazioni; attendeva l'aiuto di suo marito. Il tempo stava per mutarsi. Il sole non si fece più vedere, sulle cime dei monti lontani al di là della valle la neve ingialliva contro lo sfondo livido del cielo. Dal sud prese a spirare· il vento della tempesta e al primo imbrunire d'un giorno cominciò a nevicare. Nella notte il vento cessò e la neve cadde inesorabile deponendosi su. tutti gli spazii dove il sole aveva disciolto quella caduta in precedenza. Nevicò tutto H giorno dopo, la notte, e anc6ra un giorno e una notte. I padroni dell'albel'.go assicuravano che una nevicata simile non si era -veduta da prima della guerra. Il primo giorno la cosa diede grande allegria a tutti, specie ai bambini, poi, cominciò a preoccupare. Caddero delle valanghe sulla strada, non poté arriv3il'e la posta, si spezzarono i fili della luce e si dovettero accendere le lampade a petrolio, non si ebbe più pane fresco, bisognò adattarsi alla polenta: l'albergo si trovò completamente bloGcato. Nessuno poteva uscire, la ·vita prese a svolgersi come a bordo d'un piroscafo in navigazione. Le signore se ne stavano nella veranda a giocare a poker, smisero di indossare gli abiti sportivi per le loro toilettes da città; la bionda signora Elena sfoggiò una lunga collana ~i perle celesti che- molto si armonizzavano colla tJnta quasi di dat– tero del suo viso percosso dal sole. La comunicazione telefonica poté essere riattivata per quµlche ora e cosi la signora Maria poté sapere che suo marito aveva lasciato la città in automobile, ma giunto in fondo alla valle aveva dovuto retrocedere davanti alle valanghe che avevano letteralmente_ sommerso la strada. Questa notizia portata alle altre, le agitò tutte. Ebbero il senso esatto della situazione. Tempestarono di domande i padroni. Venne fatto chiamare Toller. _Tutti apparivano come abbandonati al destino. Lo spazzaneve che aveva tentato di riaprire la strada s'era affondato; avevano dovuto staccare i cavalli e lasciarlo. Fino a quando non avesse cessato di nevicare le squadre dei valligiani non avrebbero potuto inco– minciare lo sgombero. Dalle vetrate della veranda si vedeva il piccolo cimitero completamente sommerso sino al livello del mu– ricciolo, il garage di fronte era come sprofondato, col tetto so– vraccarico, le vetrate si erano appannate di. uno spesso strato di ghiaccio. Le signore cercavano nel poker di distrarre la loro noia 'bliotecaGino Bianco
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