Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931

Incontr·i Si cominciava a discendere verso Trento e ognuno preparava la sua roba. Per un attimo pensai agli orecchi :flaccidi ed esangui di Cribol, poi dal finestrino scorsi giù nella valle la città fumosa e soleggiata tra i campi bianchi di neve. Il treno scendeva in continue. svolte che davano la stessa impressione d'un toboggan da fiera. · Il. - SIGJ's1lREJ IN ALTA MON'fAGNA. L'albergo d'alta montagna ospitava quattro bellissime signore coi loro bambini. Toccava vedere nella, veranda dalle alte finestre, grossi guanti di lana blu dai bordi biançhi e rossi, altri piccoli gialli per bambini, maglioni o sciarpe a color vivaci, abbandonati sulle tavole, alla luce riflessa dai nevai. Agli angoli, su treppiedi tremanti come scheletri stavano dei vasi di terracotta con presun - tuose palme sterilizzate. Di prima mattina il camerieretto, con lo stesso zelo d'uno studente di buona volontà, era, tutto in movimento dalla credenza alle tavole per stendere le tovaglie, disporre i lucidi bicchieri, le stoviglie e le posate di dozzinale metallo. Le signore sciavano sui pendii vicini insieme a Toller,e a ·Skir: due sciatori del paese addetti all'albergo. Toller solido, bruciato dal sole, un volto attonito da Maori, era l'istruttore delle signore; Skir, un giovanetto bruno e snello, aveva particolarmente cura dei bambini. - Bisogna dirlo a Toller. - È Toller che deve venire. - Chiamate Toller. - Erano le frasi che si sentivano ripetere come invocazioni ad un dio tutelare, alla mattina prima di partire o alla sera nel preparare il programma per il giorno dopo. Le quattro bellissime signore appesantite dalle grosse scarpe, coi pantaloni blu, coi ma– glioni vivaci, arrossate le labbra, infilavano i guanti e reggendosi sui bastoni si apprestavano fuori della porta dell'albergo per farsi fissare gli sci da Toller, che inginocchiato sulla neve curvava la sua schiena massiccia con un estro da scudiero che sollevi la gamba del suo padrone alla staffa per farlo montare in sella. E partivano a passi cauti sulla pista ghiacciata, poi col piacere della poca fatica e dell'equilibrio raggiunto si abbandonavano alle facili discese con l'ebrezza del giuoco e con l'orgoglio per l'abilità appresa. Ritor– navano un po' pallide, col .rossetto più vivido sulle labbra, ·con qualche ciocca di capelli uscita ribelle dai zucchetti di lana, coi pantaloni imbiancati di neve. Il sole splendeva sui declivi coperti di bianco, il bosco arido risaltava nei tronchi netti e diritti, il cielo era d'un azzu·rro pro– fondo ; dopo colazione le signore facevano portare da Toller le sedie a sdraio sulla neve al sole, poi chiedevano a gran voce che venisse portato il grammofono. Il suono riesciva :flebile nella grande ibliotecaGmo Bianco

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