Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931
144 F. Orispolti - Nuove indagini sul Manzoni bondare il proprio g1tsto 1 e altresì con altro scopo del pari ordinario ed anche più piccolo 1 ha trovato comodo e pur di consolazione alla coscienza rendere qua e là, secondo le occasioni, un qualche omag- gio alla verità>>. , Tuttavia sentì che dinanzi al nuovo uditorio la sua responsabilità di scrittore era cresciuta ; che se agli uomini colti certe cose si potevano dire senza scandalizzarli e far loro del male, esse avreb-, bero potuto confondere e scoraggire i lettori umili. Io stesso in una cordiale polemica con Emilio Zanette indicai parecchi esempi dei particolari atteggiamenti visibilmente presi per evitar questo danno. Qui debbo limitarmi ad alcuni soltanto. Dopo aver egli in omaggio alla verità dichiarato follia il detto di Renzo che « al mondo c'è giustizia :finalmente>> ricordò, con pari omaggio, che « qualche volta la giustizia se non arriva alla prima, arriva, o presto . o tardi, anche in questo mondo>>, e senza contrapporre fantastici idilli alle crudità della storia vera, fondò su questo « qualche volta>> l'andamento e l'esito del romanzo. L'innocenza di Lucia fu da lui resa cosi arcanamente efficace, da far riuscire a buon fine anche terreno i suoi casi, mentre nell'A_delchi, non fatto per il popolo, nes– sun compenso era toccato quaggiù alla martoriata innocenza d'Er– mengarda. La Provvidenza fu ~enzionata nel romanzo più costan– temente che altrove, e 13eegli non ebbe, come per strami, lode gli attribuirono alcuni, la temerità. di annunziarne l'azio1ie p,recisa in ogni evento prospero, essa si librò misteriosamente sopra tutti gli eventi narrati, perché comunque si risolvessero, il lettore anche più trepidante e debole sentisse che Dio « non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per darne loro una più certa e più grainde >>e che « la fiducia in Dio raddolcisce i guai e li rende utili per una vita migliore>>. Bisognava, in una parola, per speciale riguardo a t'ali lettori, serbando intatto ciò che la religione ha d'austero, far valere pienamente ciò che nella religione è soave. Senonché di questo vantaggio educativo,· dovuto alle cautele del Manzoni in pro del popolo da cui sarebbe stato letto, non ab– biamo fruito tutti? Quale fra le persone colte si contentò di gustare la bellezza di quel libro e non se lo tenne çaro come consolatore? Né essa fece torto alla critica estetica. Quando la morale non so– praffà l'arte per intenti d'edificazione indiscreti, ·e l'arte rimane in giusta autonomia nel campo che le è proprio, se poi dal suo splen– dore, oltre l'invito ad ammirarla emana un influsso d'eccelsa mora– lità, non devono riconoscere tutti che è tanto di guadagnato ? Con plauso cordiale FILIPPO 0RISPOLTI. Biblioteca Gino Bianco
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