Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931
Nuove indagini sul Manzoni 139 copiare il concetto che l'effetto prodotto in lui dalla contemplazione dei fatti gli ha lasciato neila mente)). Nella successiva Lettre a M. Chauvet, fatta per il pubblico e non per lui solo, egli tempera alquanto questi termini, ma resta sempre, che « per le sue esigenze intime egli non può rappresentare se non ciò che crede realtà .... Solo la realtà storica ha la virtù d'aiutare la sua fantasia nel modo più originale ed elevato)). Senonché la storia come ordinariamente era scritta non gli presentava chè <( personaggi imponenti>>, quelli a cui si attribuiva un potere decisivo sugli avvenimenti, e che erano i protagonisti nati delle tragedie. Ora, un tal genere di storia tradizionale gli ripu– gnava. « Non per nulla egli aveva tenuto a mettere in evidenza che l'angelo venuto sulla terra ad annunziare la nascita del Redentore non si era volto alle vigilate porte dei potenti)). Accolse dunque con entusiasmo la dottrina che Agostino Thierry stava ponendo a fon– damento delle proprie ricerche storiche, cioè la separazione nel iMe– dio Evo delle razze conquistatrici dalle razze conquistate, e ciò fece perché in tal modo ridiventavano oggetto di storia anche gli op– pressi, i dimenticati, gli umili. E se nell'Adelchi, ch'egli stava al– lora scrivendo, questa lotta di razze abbozzata nella prima stesura non rimase tienstbilmente se non nel primo coro, perché l'unità d'una tragedia richiedeva stringata composizione; una tal lotta pe- - netrò nel Discorso storico e contribuì a farglielo piacere, aiutan– dolo a battere in breccia le storie comuni, tutte intese a ricordo e celebrazione dei soli conquistatori; mentre l'Adelchi finì per dispià– cergli a causa, come disse, del cc colore romanzesco )). Ma il profittare della dottrina di Thierry fu cosa breve. Essa in– dicava per qual i cagio ni in certe ore della storia un gran numero d'uomini fosse sta.to calpestato e umiliato, ·ma il Manzoni aveva l'animo volto a tutti gli uomini che in qualunque luogo e per qua– lunque cagione fossero in povera condizione, cc al duro mondo ignoti>). Non pubblicato anc6ra l'_l:idelchi,. aveva cominciato a scri– vere la sua nuova storia di Fermo e Lucia : Come aveva riconosciuto nel Discorso storico, « le narrazioni consuete in cui la storia si present~va come l'opera di pochi individui privilegiati, erano false e superficiali; aveva- accertato, e non poteva dimenticarlo, che per trovare la vera realtà storica, oc.correva spostare l'indagine da quei pochi individui sui quali si concentra la loùe e il biasimo dei posteri, alla ma-ssa gra.nde ed oscura degli umili che nessun ricordo hanno la– sciato di sé e ùi cui nessuno parla.. Con ciò la possibilità di metter al centro della ra,ppresentazione artistica un aaractère imposant era ve– nuto meno (lo Spartaco a cui aveva pensato lo abbandonò) ... In altri termini l'obiettivo ili Manzoni era mutato; non più la storia era pre– supposto della poesia; ma, la poesia un'occasione, un mezzo per indagare la storia .... Per arrivare agli umili egli non aveva temuto di procedere ibl1otecaGino Bianco Fondaztone Atfred Le'Mff Biblioteca GinO BiaDCfl
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy