Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931

132 F. Orispolti Qui Ella dice benissimo che « concepire questa crisi come effetto dell'indebolimento della vecchiaia significa non vederla nella sua profondità. Nell'Innominato non c'è dJfetto, ma eccesso d'ener– gia)). Conviene tuttavia ricordare che se il Conte del Sagrato ha cinquant'anni, l'Innominato ne ha sessanta. L'inizio della vec– chiaia era necessario mm per darcelo come indebolito, ma per ren– dere più verosimile il suo pensare alla morte, ossia al gran vuoto, alla finale disoccupazione, come a cosa che s'avvicina. Anch'essa contribuisce a dargli « il sentimento d'una solitudine tremenda)), nelle quali parole ben si riassume, com'Ella nota, la descrizione dei motivi da cui è turbata l'anima di lui: Egli è solo perché ha vinto. Prima. di vineere era ancora nella turba: i suoi nemici, i suoi emuli, i suoi complici, i suoi scherani avevano un significato per lui. Gli odi, gli esempi, l'emulazione, il desiderio di non decadere dalla propria r eputa.z ione, di non mostrarsi poco sollecito dei propri impegni, insomma tut.ta la trama del delitto, eolle sue necessità iudecl.inabili riempiva la !3uavi ta e il suo avvenire. Ha cominciato a non sentirsi più di fronte agli 11ltri, solo quando il suo predominio è diven– tato qualche cosa di sicuro e riconosciuto; e allora, ha comineiato a11ehe a sentire quella oert'uggia delle sue scelleratezze. · Come questa solitudine tremenda conceda al suo animo ga– gliardo, dopo l'ultima debolezza commessa nel p:r:omettere a Don Rodrigo il proprio aiuto precipitosamente« per chiudersi l'adito ad ogni esitazione)), e per mascherare ancora a se stesso la sua in– quietudine« coll'apparenza d'una più cupa ferocia)); come conceda,· dico, di mettersi di fronte al proprio passato e :finalmente giudicarlo, e quindi spogliarsene, con una conversione nata in lui stesso e che riceverà dal Cardinale soltanto il Rnggello e l'indirizzo definitivo, Ella, lo dimostra con tanta coordin,!l,zione di tutti gli elementi che il Manzoni ci offre e con un processo così eloquente e stringente, che mi sembra fedele il riassunto dato al suo pensiero da Francesco Bernardelli nell'arttcolo pubblicato dalla Starnpa il 25 giugno. Me ne valgo per profittare d'un ese;mpio di bella recensione: L'Innominato non fu un mira,colato, ma un uomo che nella, sua stessa costituzione spirituale, nella energia e nella fierezza del. temperamento, recava con ~é, fin dalla nascita il suo destino; la necessità della crisi, dopo tutta una vita di orrori e di .brutture, .si determinava proprio in questo, che l'Innominato aveva una coscienza indipendente, era un forte. l~gli potent mettersi al disopra delle pa,ssioni, egli aveva in sé tante risorse da rompere ogni legame carnale e fittizio, per figgere, libero, lo sguardo nella realtà morale, e di qui risalire alla fonte divina del bene. Senonché- Ella, nella gioia d'avere scoperta questa profondità del rifacimento manzoniano e nella felice concitazione per espri- BibhotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy