Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931

---, ., A. THÉRr~g, Noir et or ANDRÉ THÉRIVE, Noir et or. - Grasset, Paris, 1931. Fr. 12. 255 La parte più viva e tragica della guerra, quella, aspramente com– ·battuta nelle trincee, non può entrare nella sfera dell'arte che attra– verso una rappresentazione umana e universale. C6mpito, questo, estre– mamente difficile a coloro che avevano appena deposte le armi! Ci fu chi volle trar partito dalla guerra, per sostenere particolari tesi politiche e sociali; come fu il caso di Barbusse e di Mariani; im prese n obili e sini– stre, ma certo estra-nee all'intento dell'arte. Quando, alfi.ne , taluni vol– lero reagire a, questa rappresentazione tendenziosa, della g uerra, - e furono principalmente gli ex-combattenti che negarono la verità di quella guerra retorica, - ,s'iniziò una sorta di verismo descrittivo di cui i ·migliori documenti francesi. sono, indubbiamente, i libri di Duhamel e di Dorgelès. Quello di .Anilré Tl.J.érivenon esce da questi quadri. Ora, bisogna dire che tali dipinture volutamente obbiettive, il dia– rismo schematico, la rappresentazione frammentaria, se pur assurgono talvolta all'importanza di documenti da servire alla futura istoria del periodo bellico, molto di rado riescono a configurazioni dì valore vera– mente artistico. Non vl sarebbe luogo a discutere se -gli autori, - e tra questi l'attuale Thérive, -· aves.ooro risolutamente limitato il loro c6m– pito ad una documentazione memorialistica e non avessero presunto di fare arie, complicando cerebralmente la materia• dei loro ricordi. Sono, appunto, queste complicazioni che ci fanno respingere il Noir et or nella cui prefazione Thérive si scusa di aver composto il suo libro come journal de marche, cioè molto tempo dopo gli l;l,vvenimenti: a lui, vecchia razza di soldati, la vita militare non sareb_be apparsa color .di rosa, ma in nero e oro; l'autore, inoltre, spera di aver scoperto la réalité e chiede scusa di essersi, for,:e, troppo compiaciuto nell'eccezionale e nel particolare pittoresço. Se bisognasse giudicare per via di colori, si direbbe che questo journal de marche traduce la vita bellica in grigio, in quel grigio sor– damente oggettivo delle riproduzioni fotografiche. In fondo, era appunto questa. sorta di realismo che postulavano i lettori ostili ai libri di guerra esaltatori del mito nazionalista o seguaci delle ideologie pacifiste: essi, che chiedevano le immagini della loro guerra, possono certamente com– muoversi agli aspetti di Noir et or, rivedendovi ~ngoli e scorci della pro– pria vita .vissuta. Per molti sarà la testimonianza dì una personale emo– iione che farà prendere Noir et or, per opera d'arte. Invece, considerato con occhi calmi,-questo libi·o ci si rivela deficiente come documento, in quanto la verità dell'osservazione è stata diminuita da implicite finalità demagogiche, e deteriore come opera d'arte,- per la eccessiva frantuma– zione degli episodi e delle annotazioni pittoresche. In nessun altro li– bro, più che in questo, l'autore appare pervaso dall'artiificiale tendenza populista o popolaresca ora in voga: nei suoi ricordi bellici egli rivive sensibilmente la polemica antibarresiana e antinazionalista -che dovette animarlo nei cinque anni. Egli non forza, non deforma i quadri ai fini della polemica, (il suo scrupolo veristico giunge all'eccesso); ma la ~– preoccupazione populista ,è tradita piuttosto dalla scelta delle scen~ e degli episodi. Infatti, tutti gli aneddoti, tutti gli scorci si riferiscono, ibliotecaGino Bianc9

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