Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931

E. BAUM.A.NN, Abel et Oain, ecc. 253 forces: la guérison du monde moderne, la, cléfaite ùes principes d'erreur qui l'empoisonnent >>. Baumann ha sempre inteso il suo compito di scrittore come un à,postolato. In una recente silloge delle sue pagine migliori, Les douze collines, pubblicata poco prima del nuovo romanzo, egli ha tenuto a riprodurre § riaffermare i suoi principii d'estetica, in parte già esposti in lntermèdes. Eccone qualcuµo: « A quoi bon l'art, s'il n'entraine l'homme au dessus de lui-memP., vers une vie plus forte et plus belle?>> - « Il faut que l'art monte de la chair à, l'esprit, du visible à, l'invi– sible >> - « Le problème qui circule dans tous mes livres est celui du mal et de la Rédemption » - <( La voix qui sort de mes livres, si quelqu'un songe à, les interpréter, lui rappelera celle de l'homme qui, dans les rues de la ville assiégée, courait en a]!nonçant: 'Malheur à Jérusalem' >>. Eppure quésto scrittore ha trovato i suoi oppositori più risoluti fra gli stessi cattolici, e non solo in Francia. Quando c.omparve La Fosse aux lions, si gridò a,l naturalismo., Le pagine' famose del suo J ob su Madame Bovary non gli furono mai perdonate. In una diocesi dell'Alta Italia., una traduzione del suo Jmmolé ha dovuto essere tolta dalla circo– lazione. La ragione del dissidio è sempre la, vecchia ragione dell'arte di fronte al male, che faceva prorompere l'invettiva sdegnosa del Bloy e tormenta oggi François Mauriac. Il Baumann, per suo conto, l'ha risolta. « Ou le roman catholique est impossible, ou il doit a(].mettre les libertés nécessaires >>.Di queste libertà egli non ha certo abusato ; ma le poche pagine dei suoi molti libri in cui la miseria delle umane cadute ha avuto un'eco e un barbaglio, non sono passate senza contrasto. Da che parte sta la ragione ? Proprjo quest'anno, il ricordo di Sant' Ago– stino può richiamarci la sua grande dottrina del consiglio divino che regge il mondo ; il quale consiglio non potendo essere male, mentre pure il male avviene, se ne deve indurre che anche il male ha la sua ragion d'essere nell'ordine del crea.to , una ragione che l'uomo non conosce perfettamente. Questo i n linea dottrinale; ma chi può negare, d'altra parte, le sante ansie di quegli ~duca.tori che, trattandosi del fatto contingente e pratico d'un libro, ossia d'una cosa che va in mano di tutti, si preoccupano che non vi sia nulla che possa far male, così come si preoccuperebbero di non metter fra mani incaute uno scorpione, un tizzo, o una lama tagliente ? Come spesso avviene, anche in questo caso la ragione dipende dal punto cli vista.... . · Anche in Abel et C'ain, come in tutta l'opera del Baumann, cc une loi d'holocauste >> informa il tema narrativo. Colpa, espiazione, riscatto, riversibilità, comunione dei ,Santi: sono i motivi più cari e familia.ri agli scrittori cattolici francesi, da quelli che li mostrano in atto nelle loro favole casalinghé e terriere come il Bazin e il Bordeaux, al Claudel che li sublima nei suoi drammi. Il Baumann ha adattato a uno schema moderno il grande racconto del capo IV del Genesi; ma certi suoi sforzi di aderenza mi sembrano eccessivi, come quando mette in boccà al suo personaggio che ·raffigura Caino questa parafrasi della celebre risposta data a Dio dal fratricida biblico: « Est-ce que je suis la bonne de François ? ». Secondo certi interpreti scritturali, Caino vuol dire poss~o, Abele ibliotecaGino Bianco

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