Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931

252 R. CALZINI, Festival europeo snob. di attualità estetica, si assottiglia in un ovale che ricorda, i ri– tratti di Modigliani». E ancora, parlando di Parigi: << Estate anemica modellata di ovatta, soffice ed evanescente come una pittura di Marie Laurencin >>.Ebbene, - si dirà, - tanti bozzetti di gente più che contemporanea, ta,nti sfondi di luoghi semi-provvisorii, tante allusioni ad abitudini e svaghi che pas.sano, insomma tanto acuto sentimento del– l'attimo fuggente, non è giornalismo, si:1tpure giornalismo superiore ? È tempo di smettere colle distinzioni tra a,rte giornalistica ed arte letteraria. Quali sono oramai i limiti rispettivi della stampa periodica e della letteratura permanente? Il letterato autentico scrive sui fogli quotidiani: il _pubblicista bravo forma libri attraenti colle sue impres– sioni giorno per giorno. Tanto è vero ,che non possiamo più permetterci di sentenziare che il giornal€ ospita la roba fuggitiva ed il volume quella stabile: l'intera esistenza d'oggi è troppo impregnata di movi– mento, fretta e varietà perché non v,enga riflessa anche nei più serii saggi di belle lettere. Tutto al più, tenui sfumature di stile potranno diversi– ficare i due g·eneri, una tendenza più snellamente mossa nell'articolo, un'aspirazione più posatamente lenta nel capitolo. E. ancora! Calzini, che in meno sintetico•, cio•è con minor frequenza di scorci audaci, è un po' il nostro-Paul Morand, s,_crivecon una nervosità modernis,sima, che, saltando i verbi, sopprimendo gli adagi, c'incanta è non ci sembra affatto, per via, di questo anda,mento suo svelto, né effimera né sciatta. È la sorte d'ogni manifestazione novella di esser considerata nei primordi incapace di sviluppi artistici. Difatti l'incorporazione nel f\ampo estPi• tico dell'alto giornalismo, sebbene ormai vecchia, non viene riconosciuta, tuttora completamente, tale è la persistenza nei pregiudizi e l'osservanza delle categorie. Nella cinematografia, cara in particolar -modo al Cal– zini per affinità di spirito e di moto, non si è dovuto aspettare quasi fino a questi ultimi tempi per rendersi con.to che ideatori, ins,:,enatori ed attori di film potevano esser,e grandi artisti. ? CARLO PLACCI. gMILE BAUMANN, Abel et Gain. - Grasset, Paris, 1930. Fr. 12. - Les doiize collines. - Grasset, Paris, 1929. J,'·r. 12. Nella lignée degli scrittori cattolici francesi di questi cinquant'anni, da Barbey d' Aurevilly a ~ernanos, da Huysmans a Mauriac, da Bloy a Ch. du Bos, venuto ultimo alla << casa del Padre>> Émile Baumann prende il suo .posto, per affinità molteplici, sùbito ~icino al Bourget. · L'uno e l'àltro, con imperturbata fedeltà, sono rimasti sempre fermi sul principio dell'arte-precetto: l'ispettabilissimo principio non solo per i risultati che ha dato nell'opera loro, ma anche, e più, p;rché, dopo tante avventurose incursioni sulle sabbie mobili della gratuità estetica l'esperienzà. ci mostra che per esso molti van ritrovando 1a strad~ maestra. Perciò, dedicando al« vicin suo grande>> il suo nuovo romanzo Abel et Oafo) non è da meravigliarsi che il Baumann scriva .con tutt~ fran~hezza, queste parole, che da noi metterebbero sossopra il mondo crociano : « Il est une chose que nous voulons ensemble de toutes• ~os BibliotecaGino Bianco ,

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