Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931

G . .A. BORGESE, Tempesta nel nulla- 247 conto del nuovo romanzo di Borgese, senza proprio ricorrere alla d:isci- · plina dell'arcano, , La scena del romanzo è tra le montagne dell'Engadina, a 8ils Maria e nelle vicinanze; paesaggio che Borgese sente a sé tonico e anzi esal– tante, oltre che per le virtù sue pro:prie, per il presente vivo ricordo di Nietzsche. L' .Anticristo tedesco è una specie di nume anzi ili dèmone del luogo (e del romanzo); e conçorre lui a, trarre Borgese in· quella ten– tazione, anzi in quel peccato che ,sta all'origine del suo racconto. Come di leggieri s'intende, è un peccato di superbia,. In una mattina felice, durante un'escursione solitaria in Val di Fedoz, ve1~souno sprone della Margnà, Borges,e tanto si esaltò di sé ~ dei luoghi, così ~'intonò al demoniaco .spirito di Nietzsche; si ~ntì tal– mente fuori del fra,1,e e del contingente, da poter credere di « capire l'identità di tempo e di eternità, di riconoscere in essa sé salvato. Come nessun'altra volta mai, provò il sentimento di aver lasciato dietro a sé la morte)). Peggio, .stette a tu per tu con Dio: « .Avrei vo,luto abbrac– ciare le larve, avrei voluto che il tempo mi r·estituisse i giorni e le sue dolci notti, che mi lasciasse ancora viva la sua preda, il passato. Con una stolta preghiera chiamai il nome di Dio; - Dio, uccidi il tempo ii. Da quella mattina superba, è passato esatta.mente un anno. Borgese è tornato ora in Engadina, ma non più ,solo; ha con ,sé la sua giovane figliola « la Nanni ii; e prima che la stagione estiva finisca, vuole riten– tare con lei 1--'esaltante escursione in Val di Fedoz, verso quello sprone della Margna dove un anno prima egli si sentì liberato e più che uomo, e che nel ,suo quaderno segreto battezzò « chiave dell'eternità >i. Ma pro– prio qui, in questa seconda, più proterva prova, l'aspettava l'espiazione. Giunto a quel passo del monte dove più l'anno prima egli ,si era insu– perbito, si avvede del pericolo mortale che ora sovrasta alll:\,sua figliola, alla Na,nni . .A,filo di una rupe, l'inesperta deve percorrere un senti'eruolo che è appena una « spanna di terra ii, sull'abisso. Ignara, e quasi tra.– sognata la Nanni si avvia. E allora nel cuore del padre ,si scatena la «tempesta)). L'esaltazione superba dell'anno prima, il rimorso di adesso, l'improvvisa interpretazione di sogni e presagi infausti, l'alto paese che intorno gli ,si rivela a un tratto tragico, il religioso terro·re di avere offeso un Djo di giustizia, la trepida,zione ·presente, l'incombente espia– zione della figlia - questa è la tempesta di affetti, di speranze, di orrori, che tumultua nel cuore del padre. Se ne avvede la figlia ? Certo la prova mortale è superflita senza che tra loro ne cor.ra parola. Padre e figlia ritrovano poi il sentiero sicuro ; nel cuore del padre la tempesta si acquieta; torna, la, fiducia in un Dio che non è solo di giustizia ma di bontà e l'accordo sereno con la natura, il piacer.e pieno. della vita. Dis– sipa,~,si la « tempesta nel nulla», padre e figlia, per mano scendono à valle.' Questo è lo schema del racconto. Naturalmente allo schema concor– rono molti altri elementi che qui non si dicono: accordi di paese·, esal– tazioni e avvilimenti, intimi ricordi, speranze della sua vita che il protagonista modula con vario tono,- a seconda l'accende11si, lo scate– narsi e il sedarsi della «tempesta)). E tutto il racconto è retto da una risentita volontà di riuscire non soltanto rapido, ma addirittura quin- BibliotecaGino Bianco.

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