Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931

' I '- o. BAT'.rISTI, Popoli e lingue nell'Alto Adige 237 ---------------------------------- spiegare gl' innegabili aggruppamenti dialettali, p~r quanto relç1,tivi, s~ 13'.voròe costruì su nuove basi, con modi più legittimi, e, fissando le aree ricoperte dai vocaboli ,e dai fenomeni fonetici morfologici sintat– tici, insieme si tennero in gran conto gli stan1,iamenti dei popoli, i con– fini politièi e religiosi, le strade, le sedi delle diocesi e dei me11ca,ti,i fattori geografici : elementi tutti, questi e altri, i quali di continuo, con- _ tro i dubbi e le contesta1,ioni che non cessano di affiorare, fanno risentir il peso de-lla loro importan1,a, In luogo del dogma dei rigidi gruppi, fon– dati sopra un çierto numero di .attuali, arbitrarie e astratte affinità di suoni, si adoperano dunque, oggi,' criteri sorgenti da un metodo che è storico nella più vasta, acce1,ione della parola. Il Battisti, ricco della varia esperienza per CU\ si è riformata in questi ultimi anni la dialettologia neolatina, si pone or.a a descrivere, con la compiutezza che è possibile, le sorti etniche, culturali e idioma– tiche delle schiatte dell'Alto Adige, piegllindosi all'ineluttabi1e esigenza di diriger l'esame a tutte le varietà linguistiche ladine. Le quali, scru– tate in ogni problema che racchiudono, di favella e di storia, ci si pa– lesano non come un'unità intimamente individuata nell'àmbito delle lingue romanze, ma nella figura di componenti, e con caratteristiche diverse, dell'ampia famiglia di parlate dell'Alta Italia (.a ciò riesce lo studio delle aree lessicali e grammaticali -che avvincono, o avvincevano, Italia e Ladinia), così che a indicar il grigione, il dolomitico e il friu– lano possono valere a buon diritto i termini di alpino-lombardo, alpino– tridentino, alpino-veneto. In realtà,' fin dai principii della romanfaza– zioiie, che operò su sostrati differenti nel bacino renano, nell'Alto Adige e nel Friuli, e in modo misura e tempi diversi, se fra le tre- zone ladine venne a mancar ogni contatto storic9 e politico, tutte a ogni modo ebbero rapporti in comune, sia pur deboli, con i dialetti delle prealpi e della pianura, donde derivano ab-antiquo i tratti di affinità da cui sono col– legate. E quando, circa la metà del medioevo, per lo stacco culturale, politico e religioso dall'Italia superiore, si orientarono diversamente (i - Grigioni e l'Alto Adige verso la cultura tedesca, benché sveva sia quella dei primi e baiuvara quella dei secondi), gli ostacoli geografici e· le bar– riere politiche furono soprattutto la ragione dello speciale colorito col qua-le i dialetti la(li.ini, o ' montanari-,, ci si presentano : si tratta di varietà periferiche, e però segregate, che, rispetto agli altri dialetti settentrionali, mantengono fasi più conservative, o ebbero agio di ela- · borare indipendentemente alterazioni, che nel lombardo e nel veneto erano in germe o appena accennate, ma, rimasero ben presto sopraffatte, almeno in parte, per l'op,era correttriee e livellatrice di centri urbani cospicui come Milano e Venezia. ' È interessante seguir nel bacino dell'Adige, con la guida attenta del Battisti, la lotta fra romanità e germanesimo. Il primo effetto della penetra1,ione tedesca fu, ne~ corso degli ultimi secoli del m{ldioevo, il dilatarsi del dialetto bavarese nell'Alto Adige e nel Trentino, sebbene con non pa-ri intensità. Il processo dell'intedescamento si rinvigorì in sé– guito, a cominciare dal secolo XV, ma fu contrastaio con esito vitto– rioso nel territorio di Trento e, per lo meno con efficacia, nella pa;rte meridionale della provincia di Bolzano, dove -immigravano a.gricoltori BibliotecaGino Bianco

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