Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931
234 M. Ca.stelnnoi,o•Tedesoo il valore stesso del disco varia a seconda degl'interpreti, e li esige sempre più perfetti ed agguerriti; e ne reclama sempre dei nuovi, poiché, come il pubblico _dei concerti, anche quello delle audizioni grammofoniche ama ascoltare i suoi pezzi favoriti attraverso interpretazioni diverse: non si potrebbe pensare eh~ le mwve genierAAioni,insaziate come .sono di varietà e di novità,, si accontenfasseiro di una sola forma di registra– zione, fosse pure eseffi:plare; e, ad ovviare quello che è insieme il pregio e il difetto della registrazione grammofonica, la «fissità» e la, « immu– tabilità», unico rimedio è quello d'incidere nuovi dischi; e per questi occorrono nuovi ,esecutori; e a formarne degli !'\CCellentinecessita lungo studio; e questo esige, come condi21ione prima, ... lo strumento! Una lunga catena che ci riconduce, come si vede, ... al pianoforte; e, se è vero che nella :;;cor,sases•sione al solo Conservatorio di Napoli· si sono presentati per gli esami di pianoforte alcune centinaia di candidati, si potrebbe ritenere che la fine di questo strumento non fosse cosi immi– nente, ~ potremmo rallegrarcene per :i! fabbricanti di pianoforti italiani (se, al contra.rio, questi strumenti non fossero, per la maggior parte, importati dall'estero .... ). Ad ogni modo mi sembra di poter concludere che il «grammofono·>> non «.sostituirà>~ il pianoforte: questo,, se dovrà essere sostituito, lo sarà da un altro strumento, atto non soltanto a riprodurre ma a « creare >> il suono. Quale debba es,sere questo strumento è un po' difficile prevedere, per chi. non sia dotato -di"virtù .profetiche. Sembrerebbe, a, prima vista, secondo la successione logica degli eventi, che, pa,ssando dal liuto al <:lavicembalo, dal clavicembalo al pianoforte, il successore di questo_dovesse essere la pianola, o pianoforte meccanico che dir si voglia (pel quale ~anno già, composto espressamente musìche Strawinsky, Casella ,ed altri); ed il fenomeno sarebbe anche ammis,sibile, soprattutto s~ i musicisti avessero, :eome Hindemith, tali conoscenze meccaniche e tanta pamenza, da poter incidere ,essi stessi i propri rulli, come fa il g.iovane caposcuola tedesco; ma ritengo che questa debba ri– manere una curiosa ed interessante eccezione, almeno finché gli studi, nei Conservatori di Musica, non vengano completati da un corsQIparallelo d'ingegneria e di meccanica: E in ogni modo s'immagina il Luciani, già ossessionato dalle acrobazie dei virtuosi della tastiera, quale orrendo fracasso farebbe un futuro Liszt della pianola, av-endo a sua disposiii'ione non più soltanto dieci miserabili dita (sia pure con due piedi di riserva), ma tante di quelle appendici da far inyidia a un centogambe? Non ri– nunzierebbe certo a nessuna delle sue prerogative; cinquantine di suoni grandinerebbero simultaneamente, imp1acabili e sferzanti come un ca– stigo dell'Apocalisse! Vi sarebbe allora di che. rimpiangere quel s.om– inesso e modesto strumento che si chiamava pianoforte .... Ancora un fatto non si deve dimenticare; ed è che il pianoforte non serve soltanto ad eseguire musiche pianistiche o a prender '[)arte in com– plessi da camera (recentemente ha trovato la sua applicàii'ione anche in orchestra) ; ma che esso è, · già da v~ri decenni, il «confidente>> di tutti i compositori, anche di quelli che scrivon opere o sinfonie. Ad ~sso, nel– l'intimità più chiusa e più gelosa,,. sono stati affida,ti i primi, segreti accenti, incerti e balbettati, i primi abbozzi, anche se non furono scritti, di tutte le musiche, grandi e piccole, che sono state com'.{)osteda qltre un secolo a questa parte. Or bene : può darsi che il .grammofono si avvii Bìb1iotecaGino Bianco
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