Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931

Villa Beatrice 75 ' pancreatina e la tripsina solubilizzano le §lostanze amidacee e azo– tate della pelle : così macerata, la pelle, si sottopone al picklaggio : forse l'ideatore del trattamento si chiamava Pickle : un trattamento a base d'acido cloridrico perché la pelle poi assorbisca anche inter– namente la concia : dopo si mette nei bottalL E nei bottali avviene propriamente la concia. Eccoli)). E additava le enormi botti giranti. I suoceri avevano via via osservato tutto: le vasche le macchine della depilazione i calcinai i frullini, incapaci a seguire le spie– gazioni, intontiti della novità, della curiosità delle lavorazioni, del– l'importanza dello stabilimento : guardavano il genero come si guarda un essere in cui s'è scoperta una superiorità che rende timidi e :fiochi. A Beatrice dava noia il puzzo degli acidi : era confusa dal rumore del macchinario. Passarono nei locali dei tini di colorimento, salirono sulle ter– razze-asciugatoi, riscesero nelle sale della rifinizione e alla fine sostarono nel magazzino: uno stanzone luminosissimo, con grandi scaffalature e grandi usciali di vetro. Romualdo mostrava, soddi– sfatto, i tipi, gli esemplari più perfetti delle più belle pelli conciate: pelli col pelo, dal coniglio alla martora, pelli al cromo : « Queste, guardate che magnificenza : ora sono di moda anche per farne le giacche .... )). S'interruppe. Il movimento del macchinario s'era fermato. Ohe cos'era successo? Fece cenno a un impiegato: « Mi chiami il capo– fabbrica)). Il capo-fabbrica acc6rse. - Ohe cosa succede ? - Nulla, signor cavaliere. - Come nulla ? - Nulla. Le dirò .... ma ecco: Oh!, veda .... L'usciale che metteva nella stanza della rifinizione s'era aperto, e entrava, sospinta da un'operaia anziana e seguìta da altre, una bimba con un mazzo enorme di giorgine in mano. Era una bambina con le treccine bionde portate davanti sul grembiulino, messo per la circostanza, bianco ; e veniva avanti tutta vergognosa. - Anno avuto l'idea .... - diceva l'operaia anziana. - Bravi ! È per te, Beatrice .... La bambina si fermò davanti a Beatrice: alzò il viso: aveva le gotine di bragia; mosse le labbra: le dovevan aver insegnato lì per li un saluto. Cominciò : - A nome di tutti.. .. - Ma non seppe andar avanti : un tremito nella voce e la faccia increspata dalla voglia di piangere. Beatrice avrebbe saputo che cosa doveva fare: essa stessa era spinta, internamente, a pig1iar la bambina, alzarla da terra, ba– ciarla. Si sarebbe, di colpo, conquistati tutti : ché da ogni reparto eran accorsi e s'assiepavano presso gli usciali dello stanzone, uomini e donne così com'erano al lavoro, coi grembiuli fradici, coi guantoni 'bliotecaGino Bianco

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