Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931

> 74 B, Oicognani personale, il vestiario, la sottoveste in tirar~ sul ventre ~n po' accen– tuato il biondo rossiccio dei capelli scarsi,. tutto era m carattere ora ~on si poteva pensare un uomo diverso. E l'odore, il caratteri– stido odore della concia che fluttuava nell'aria, anche lì, nei locali della direzione compiva l'armonia perfetta del personaggio all'am– biente: così, n~n si sarebbe potuto pensar altrimenti, il proprieta– rio della conceria. Egli aveva presentato la moglie e i suoceri agli impiegati lì, del– l'ufficio, e s'era seduto alla sua scrivania. (< Un momento, abbiate pazienza; un momento, e sono con voi>>. E s'era visto il suo gesto, che in casa non aveva mai, di porsi, come quel profeta della Sistina, la mano sinistra aperta sotto la base del miso appoggiando le gote sul pollice e l'indice, la mano segnata dalle lentìggini, e poi carez– zarsi lentamente l'uno e l'altro baffo. << Eccomi tutto per voi)). E anche l'occhio stràbico pareva contenuto da una volontà, la me– desima che si leggeva nel solco tra le sopracciglia, così spianate invece nell'uomo conosciuto altrove. La Bice non aveva perduto nulla del nuovo aspetto in cui le compariva il marito. Le era meno repugnante, come uomo, ma le faceva, paura: se un giorno la gentilezza che fin a qu,el momento egli aveva avuto nell'affetto per_lei fosse venuta a mancare: se un giorno si fosse trovata, anche lei, davanti, il proprietario della con– ceria, abituato a comandare, a avere una volontà sua da imporre .... E intanto le era insopportabile l'odore che arrivava fin lì, quel– l'odore tutto particolare di cui si ricordava fin da quando, bambina, la facevan passare dalle vicinanze di Via delle Concie. - Vi faccio strada, venite ! E Romualdo, festante, li condusse di reparto in reparto a vi– sitare tutti ,i locaili, a cominciar dal piazzale dov'eran le vasche di . rinverdimento. :F'aceva da guida, mostrando i successivi momenti, i processi di ciascuna lavorazione : « Abbiamo tre lavorazioni : la con– cia al cromo per le pelli da tomaie, la più complessa, moderna, in cui si son avuti i perfezionamenti più raffinati - si sentiva che era la lavorazione che egli prediligeva, e ·a cui portava più passione - la concia al tannino per i cuoiami da suola, la corn:da all'allume per le pelli col pelo .... )). Spiegava, illustrava tutto il trattamento di riviera: il rinverdi– mento, la depilazione, la scarnitura nei calcinai: e poi come la pelle è decalcinata nei frullini, sottoposta alla macerazione : « Prima, s'usava lo sterco di cane o di piccione: ora s'adoprano i maceranti artifìciali >>.S'infervorava, facendo via, via sospendere e riprendere il lavoro, con l'appassionatezza di chi vive di quella data cosa e à l'ingenua illusione che anche gli estranei i profani capiscano e s'intèrnino. Dava i perché d'ogni trattam~nto, -spiegava le azioni degli acidi come se i suoceri non avessero che studiato chimica : « La BibliotecaGino Bianco

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