Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931
Villa Beatrice 69 marito si chinò a raccattarlo, lo odorò, lo sciolse; infilò l'amorino nell'occhiello della sua giacca, i garofani tra i capelli di lei, la. contemplò : <<Bella!>>. E lei si sentiva morire. Il giorno dopo sulla panchina c'era il mazzolino consueto. Ella lo lasciò lì. Era cosi assorta nella sua infelicità che non le venne fatto neppure di domandarsi chi mai da un certo tempo poneva lì ogni mattina quei fiori. Non le venne fatto neppur di pensare che fossero per lei: chi poteva pensare a lei? .Soltanto, cambiò di pan– china. Ma anche sulla nuova panchina solo il primo giorno mancò il mazzolino: ve lo trovò poi ogni giorno anche li. E ella vi s'assue– fece senza maggior meraviglia che a trovai· ogni giorno nuovamente :fiorita una pianta. E non lo toccava: aspirava l'odore: era 'tutta la compagnia ch'ella avesse. "Aspèttati una sorpresa". Finiva così la lettera che la Bice· aveva ultimamente ricevuta dai suoi.· E una mattina ecco una delle vetture - di quelle con le tele - che facevano servizio dalla sta– zione al paese, entra con giubbilante baldanza dal cancello aperto : il vetturale si dà delle arie con la cravatta che svolazza: pare che guidi un éavaUo di sangue ; la ghiaia schizza, le tele della giardi– niera sventolano. La martinicca serrata a colpo inchioda la vettura sul piazzale davanti alla rampa d'ingresso ana villa : il vetturale schiocca, allegro richiamo, la frusta. Un accorrere dalle stanze della servitù; il portone della villa si apre: un giovanottello biondo, che finisce d'aggiustarsi la giacca aa cameriere a righine infilatasi in furia, scende di corsa la rampa; e sulla soglia appare, di già inappuntabile, larga e solenne come una badessa, col grembiule bianco e la berretta dal fiocco a far– falla, H mazzo delle chiavi a cintola, la Raffaella,. E la Ra:ffella dall'alto della rampa, vide scendere dalla giardi– niera una signora anziana, grassa, con una spolverina avana affib– biata lenta a vita, un ca,ppellino un po' su una parte : una valigetta in mano - la Raffaella giudicò: vecchia bertuccia che vuol far la giovane - ; e poi scese un signore, anch'es~o anziano, con la spolve– rina anche lui, ma bigia, e il berretto da viaggio: un signore alto, ben portante, coi baffetti bianchi: la Raffaella lo definì "distinto". Mentre il signore distinto pagava il vetturale, la signora si scuoteva, con piccoli colpi, di dosso la polvere, e poi portò una mano al cap– pello: senti ch'era storto ma era meglio lasciarlo cosi - la Raffaella seguiva ogni mossa e capi che nella pettinatura ci doveva essere qualchecosa di non genuino : il giudizio sulla persona era avvalo– rato. Ma quando la coppia mosse incontro a lei, non il signore soltanto aveva un'aria simpatica; la signora le sorrideva affabile e la salutò per la prima con un vezzoso inclinare del capo; proprio
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