Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931
• 48 D. Valeri - Aspetti di Padova fiume, - che dovette esser caro al Prati e all' Aleardi; là abitò il Bembo. E Galileo, dove abitava? La curiosità storica m'ha anche riconciliato con Sperone Speroni : entro in Duomo, e· vado a fare ammenda del mio ingiusto dispetto, davanti alla tomba del valen-. tuomo. (« In v:ulgar nostro idioma con vario stile fino allo estremo parlò et scrisse non vulgarmente sue proprie cose et era letto et udito>>: è l'epitafio ch'egli si preparò quasi novantenne, e che io leggo scolpito sotto il suo busto, severo. ma umano. « Fino allo estremo>> : ebbe il suo eroismo anche lui). Il Palazzo della Ragione, - ora vedo, - è certamente una delle più grandi cose che abbia creato in Italia l'età comunale: cosi vasto e semplice e rude e ma– gnanimo, cosi romano e così padovano. Entrando nel cortile del– l'Università, penso a Torquato scolaro; agli Eremitani mi perdo dietro le chimeriche allegorie del Guariento e dentro le prospettive incantate del Mantegna .... Ma questa sarebbe, dunque, la mia Padova? :Mentre io ci vivevo, qui, non mi son mai preoccupato di sapere e capire tante cose : Pa– dova era per me, lieta o triste, - lieta e triste al tempo stesso, - la vita. E adesso, ahimè, è un problema da decifrare, un libro da legg·ere. No; se voglio veder Padova, non serve ch'io m'aggiri per le sue strade. Bisogna, invece, e basta, ch'io chiuda gli occhi e guardi dentro di me : quivi essa è viva ancora, coi suoi volti varii e con la sua anima strana, vecchia di secoli, e nata da poco, insieme con me. DIIDGO V ALERI. BibliotecaGino Bianco
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