Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931
Matilde Serao e Edoardo Scarjoglio 23 di una fanciulla. Questo studio della fanciulla napoletana piccolo– borghese poteva essere il primo passo verso la rappresentazione ar– tistica della borghesia napoletana,; ma tra il primo e l'ultimo passo distanza ve n'era, e molta. Infatti, senza soffermarci a Oiwre infermo (1881), che insieme ai peggiori difetti della Serao cede persino alla voga straniera della «trovata>> e della casistica amorosa, il risultato maggiore di quel– l'arte femministica dovrebbe essere in Fantasia, posteriore o con– temporaneo ai migliori racconti. . Il romanzo s'apre con una prima parte di grande vigore arti– stico nella quale è rappresentato, nella sua vita di collegio, un gruppo di fanciulle dell'alta borghesia napoletana. L'autrice, che ha tentato di contenere la sua esuberanza nei grandi modelli del romanzo francese, imposta la narrazione con piglio molto largo: delineate nella loro psicologia ondeggiante, informi anc6ra i ca– ratteri, le fanciulle protagoniste comprimono la loro passionalità in trasporti morbosi, in simpatie cieche, in odii subitanei. La scrittrice non ha un attimo di incertezza: domina con sicurezza <1uelmondo, lo esprime e lo pone in modo che ogni figura abbia il necessario rilievo e viva in una rete di relazioni molto rigorosa. Uscite poi di collegio, divenute donne, queste fanciulle devono prendere il loro posto nel mondo. Deve, cioè, l'autrice determinare il carattere di ciascuna, costruire il complesso ambiente nel quale possa svilupparsi la loro maturità. In apparenza la narrazione con– tinua con la sostenutezza iniziale: l'ambiente è quello della buona società napoletana; le due figure che dominavano la vita di col– legio, Lucia e Caterina, occupano il centro della vicenda; l'una vuol rappresentare un carattere morbosamente cerebrale e perverso; l'altra la bontà, la semplice e lineare franchezza. Accanto alla prima v'è Alberto, tipo di abulico e di sofferente; accanto alla se– conda Andrea, tipo del borghese provinciale, sano e integro, igno– rante e buono. Lucia, spinta solo dalle esigenze della sua fantasia morbosa, avvolge con lentissimo studio• l'anima primitiva di An– drea e lo rapisce all'amica inconsapevole. Caterina, sconvolta dal dolore e dall'onta, non regge alla disperazione e s'uccide. In realtà nessun altro romanzo ci darà una Serao cosi contenuta e sorvegliata. Il Libro di don Ohisciotte di Edoardo Scarfoglio, ci informa che dopo 01tore infermo le azioni della giovane scrittrice non erano molto quotate nella Roma umbertina : prima di spezzare la lancia contro il soverchio entusiasmo suscitato da Fantasia, il critico narra di aver dovuto prendere le difese dell'autrice, in un tempo precedente, quando i giudizi sul suo conto erano più severi del necessario. La Serao, in quel periodo di incertezza, deve aver fatto appello a tutte le sue forze per comporre un romanzo di largo blioteca Gino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy