Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931

22 A. Consiglio senza scorci veramente interiori, senza, malgrado le prolissità, un vero e proprio volume plastico. I bozzetti, però, raffrenavano questa foga nelle loro limitate dimensioni e ponevano un riparo a tanta inutile dispersione di energia. In « Signora dalle camelie>> il particolare rimane incisivo, la composizione del palco riesce a dare un risultato umoristico. Umoristico, ma di un ridicolo fine a se stesso, non di quella buona satira che è totale sintesi artistica. Scena d'un carattere e d'un sapore molto speciali, molto vicini al dialetto di cui un punto di riferimento ci è dato in « quella tale toilette, cara alle abitatrici di Foria )). Se il critico è napoletano ha ben da discernere se quell'umorismo sia tutto limitato nel ca– rattere e se sia accessibile solo alla sua particolare esperienza di napoletano. L'autrice conclude questa novella, come molte altre del mede– simo genere e del medesimo periodo, domandandosi perché mai abbiamo mostrato a quelle stupide e buone fanciulle il mondo della passione dal quale sono destinate a rimanere assenti. Non è questa una digressione ricavata direttamente dal sentimento artistico, ma da una riflessione, da una moralità troppo dialettica, dedotta in parte da una ingenua forma mentis femminile, in parte dalla re– torica in_voga che esaltava la queta e sana vita del popolo, con– trapposta agli avvolgimenti della passione. A questo menava il malinteso verismo, mentre, per rifarci a un esempio di casa nostra, basta ripensare al Verga dei Malavoglia e di Mastro don Gesualdo per metterci innanzi un'arte veristica che si giova di tutti gli aspetti del pittoresco, senza -lasciarsene dominare, raggiungendo la verità con pochi tocchi descrittivi, esprimendo una moralità, dall'insieme, non dalla distaccata riflessione. Un altro aspetto di questa primissima maniera della ,Serao, lar– gamente studiato dal Croce, è la tenerezza. La facilità ad intenerirsi è molto propria della letteratura femminile in genere e ad essa la Serao cede, non suo malgrado, ma spesso con troppa compiacenza, onde i;t,ccadeche il medesimo sentimento che dà pregio a « Telegrafi dello Stato>>, a « Giovannino o la morte)), a cc Terno secco>>,spesso sorpassa i limiti, rompe la logica è l'equilibrio, come avviene nei racconti in cui campeggia l'eroina tutta candore. Questo sfoggio di tenerezza, - che prenderà il sopravvento nell'ultima fase della sua attività, - dà al sentimento il corso di una inflazione. In conclusione non si può dire che questo studio dell'anima fem– minile sia stato scarso di risultati. Certo le angoscie di queste anime semplici minacciate nella loro esistenza provinciale dal pro– gresso e dalla mutata atmosfera nazionale sono rese con una sobria · efficacia. Si tratta, tuttavia, d'un'arte di scarso rilievo che s'eleva un tantino al disopra del piano dialettale e s'esaurisce in pochi racconti, specialmente in quelli che vanno sotto il nome di Romanzo BibliotecaGino Bianco

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